Vangelo e Meditazione della XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C a cura di Don Giacomo Equestre
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Dal Vangelo secondo Luca 21, 5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».
Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare.
Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!
Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.
Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore
Meditazione
Con il suo linguaggio catastrofico il brano non racconta la fine del mondo, ma il significato, il mistero del mondo. Se lo leggiamo attentamente notiamo che ad ogni descrizione di dolore, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l’orizzonte della speranza: non è la fine, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.
Al di là di profeti ingannatori, anche se l’odio sarà dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato.
Il Vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall’altro il versante della tenerezza che salva.
In questa lotta contro il male, “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.
La vita – l’umano in noi e negli altri – si salva con la perseveranza.
Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime … scegliendo sempre l’umano.
Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo.
Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio.
Il Vangelo si chiude con un’ultima riga di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.
In piedi, a testa alta, liberi: così vede i discepoli il Vangelo. Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita.
Sulla terra intera e sul piccolo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge di menzogna e corruzione.
Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino.
Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani.
Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce.
Vangelo e Meditazione di Don Giacomo Equestre
Foto: Küsel J. C.-Küsel M. M. (1688-1700), Gesù Cristo interrogato dai Sadducei