Vangelo e Meditazione della XXV Domenica del Tempo Ordinario Anno B

Vangelo e Meditazione della XXV Domenica del Tempo Ordinario Anno B acura di Don Giacomo Equestre.
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Vangelo e Meditazione della XXV Domenica del Tempo Ordinario Anno B acura di Don Giacomo Equestre.

Vangelo secondo Marco 9,30-37

Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore

Commento al Vangelo

Per la prima volta, la settimana scorsa, Gesù ha cominciato a parlare della sua Passione, ma i discepoli non capiscono e rifiutano questa prospettiva, tanto che litigano.

Oggi vediamo che Gesù li porta in disparte per provare ad approfondire questo tema, ma non ci riesce. La reazione dei discepoli è quella di parlare di una prospettiva opposta: chi di loro è il più grande. Questo discorso lo fanno probabilmente camminando in fila indiana su una mulattiera, con Gesù davanti, per cui pensano che lui non senta, ma quando gli animi si scaldano, si alza la voce, e Gesù sente benissimo, ma non interviene, né si scandalizza.

Solo la sera, giunti in casa, affronta il problema: “Di cosa stavate discutendo per strada?”.

Nessuno risponde. Allora si siede e da uno di quegli insegnamenti che dimostrano la sua superiorità, perché non li rimprovera, né si mette a fargli la morale, ma dimostra di capirli e viene incontro al loro bisogno, secondo una logica completamente nuova: quella evangelica. Dice: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”.

Primo davanti a Dio e in comunione con Gesù.

È una proposta bellissima e accessibile a tutti, ma va capita e accettata.

Anche nella Chiesa si fa fatica ad accettarlo. Vi faccio un esempio: Il Papa ha come titolo S.S., che significa Servo dei Servi, cioè l’ultimo, a sevizio di tutti, e così è nella realtà, tant’è vero che sarà sempre più difficile trovare uno disposto a fare il Papa, ma molti preferiscono chiamarlo Sua Santità, perché se lui serve, anche io devo servire; se comanda, posso comandare anche io.

Gesù c’invita ad accogliere i piccoli, i poveri, perché così facendo accolgo chi li ama e desidera che siano difesi; il Padre. Ma questo è vantaggioso anche perché è molto più facile accogliere una persona semplice, che non ha pretese, che un potente.

Veramente è bella questa pagina di vangelo perché riesce ad assecondare il nostro bisogno di sentirci importanti e soprattutto amati, con una via semplice e che è accessibile a tutti.

Buona domenica.

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Foto: Ambito napoletano ultimo quarto sec. XVIII, San Gennaro in olio su tela. Vedi scheda

Author: Don Giacomo Equestre