Vangelo e Meditazione della XVII Domenica del Tempo Ordinario Anno A a cura di Don Giacomo Equestre
Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-54
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Parola del Signore
Meditazione
Un uomo che vende tutto per comprare una sola cosa o è pazzo o ha trovato un tesoro.
Sembra questo in estrema sintesi ciò che Gesù ci dice nel Vangelo di oggi.
Le cose che contano valgono nella misura in cui sei disposto a dare via tutto per ottenerle.
Ma finché non hai trovato ciò che conta, l’unica cosa che riesci a fare è accumulare tante cose senza valore.
Sembra un po’ la radiografia della nostra vita che molto spesso è piena di tante cose ma non è piena di ciò che conta. Cerchiamo di coprire con la quantità la mancanza di qualità.
Così facciamo tante cose appositamente per non pensare.
Accumuliamo titoli e riconoscimenti per non ammettere che di fondo ci sentiamo senza valore.
Riempiamo le nostre giornate di cose da fare così da non dover mai domandarci chi siamo.
Frequentiamo molte persone ma non ne amiamo veramente nessuna.
Il cristianesimo invece è un incontro con un fatto che rompe questa logica.
La fede è la messa in crisi della quantità per il recupero della qualità.
È la scoperta di un tesoro per cui daresti via tutto.
È l’incontro con un motivo che ti spinge a non essere più misurato ma coraggioso.
È vincere la paura di essere scambiato per pazzo e rimanere fedele a ciò che conta anche quando ciò che conta ti costringe fuori dal coro.
La fede è un’esperienza personale, non di massa.
Forse è questo quello che Gesù tenta di dire cercando di spiegare cosa sia “il regno dei cieli”.
Non è un regno imprendibile, un regno dell’aldilà inteso come un regno del dopo.
È semplicemente un regno nascosto che va cercato.
Non a caso Gesù usa il verbo trovare.
Solo chi cerca trova.
La nostra vita spirituale dovrebbe consistere non nell’accumulo compulsivo di cose ed esperienze … la nostra vita spirituale dovrebbe consistere nel cercare lì dove ci troviamo il tesoro nascosto.
E questo “cercare” si chiama preghiera.
Quindi se è vero che chi cerca trova, allora dovremmo dire più correttamente che “chi prega” trova.
Vangelo e Meditazione di Don Giacomo Equestre
Foto: Bottega fassana (ante 1980), Parabola del mercante di pietre preziose