Vangelo e Meditazione della XI Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Giacomo Equestre.
Vangelo secondo Marco 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore
Meditazione
Da sempre ci hanno insegnato che Dio lascia le persone libere, anche di sbagliare.
Ed è così. Tuttavia il Signore fa in modo che nella nostra vita vengano seminati semi di vita buona, grande e piena, affinché possiamo diventare cristiani robusti.
Dio, sin dall’inizio dei tempi, conoscendo che l’uomo è limitato e piccolo, trova sempre un modo per arrivare alle sue creature non per umiliarle, bensì per farle diventare grandi, anzi per far riscoprire loro la grandezza che Lui stesso ha seminato in ciascuno.
Così, nel tempo, i piccoli semi dentro di noi a un certo punto crescono e chiedono di diventare grandi. Crescono spontaneamente, ma poi hanno bisogno di diventare più grandi. È come quando diciamo “ho fede”, ma poi la nostra fede non ci permette di fare il salto di qualità che invece Dio si aspetta da noi. Se invece la fede viene coltivata e curata diventerà grande e ci permetterà di fare e vedere cose che mai avremmo pensato!
Ma come si coltiva la fede? Andando a messa (e non certo “una tantum”)? Frequentando la Chiesa? Quello è il minimo indispensabile, ma poi il Signore chiede anche qualcosa di più: nel Vangelo leggiamo che Gesù «in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa». Questo dice che Cristo vuole dirci qualcosa di personale e di più profondo oltre a quello che viviamo e sperimentiamo all’interno dei “precetti”.
Solo coltivando anche la dimensione privata e personale il Signore può far emergere e diventare immensi i piccoli semi che abbiamo dentro e che portano con sé un grande frutto.