Vangelo e Meditazione della VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO A acura di Don Giacomo Equestre.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-21
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi.
Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.
Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Meditazione
Se mi amate. L’inizio del vangelo di Giovanni richiama quello dei vangeli sinottici che si esprimono diversamente: se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso…
Nel nostro dialetto c’è una simpatica espressione che indica lo stato di fascino o di vero e proprio innamoramento in atto di un giovane verso una ragazza: lei dice “m’ven appriess”; cioè, mi viene dietro … ed è così. Se si ama una persona la si segue, la si osserva attentamente, ci si interessa e ci si prende cura di lei.
Una mamma, un papà, un insegnante … Una cosa è certa, non si può obbligare nessuno ad amare qualcuno.
La natura dell’amore suppone ed esige libertà.
Anche Gesù non costringe nessuno ad amarlo; ma cosa succede se si risponde al suo amore, cioè, se una volta incontrato si comincia ad amarlo e quindi a conoscerlo?
Prima di tutto ci si innamora sempre più della sua storia che possiamo leggere, rileggere e meditare ogni giorno nei vangeli.
Sostanzialmente lo si accoglie cercando di vivere le sue parole: chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.
Non so voi, ma più vado avanti e più mi sembra realisticamente di non accogliere bene la direzione spirituale del Signore, di non riuscire ad osservare i suoi comandi: in una sola parola, di non amarlo veramente.
Una persona consacrata un giorno si trovò da sola difronte ad un grande crocifisso mentre sentiva che il mondo gli stava crollando addosso.
Ad un certo punto guardandolo in alto, mentre un profondo silenzio lo avvolgeva, gli disse: “io non ti ho mai amato veramente“. Dopo qualche istante sentì dentro di sé con chiarezza queste parole: “infatti, non sei tu che hai amato me … io sì invece ho amato e amo ancora te“.
Penso sia molto importante non disprezzare mai quel povero amore che possiamo dare a Gesù.
“Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo: – so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: “Dammi il tuo cuore, amami come sei…”. Se aspetti di essere un angelo per amare, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei.
Gesù ci chiede di amarlo così come siamo, nella nostra povertà, per poi chiederci di lasciarci amare da Lui che si fa mendicante del nostro amore.
Questo significa che ogni nostro povero atto d’amore va impiantato sempre per bene sotto quell’amore più grande e più vero che è l’amore del Signore per noi.
Allora amare, conoscere il Signore Gesù, diventa un cammino che ci fa scoprire la sua presenza vicinissima.
È la scoperta di avere dentro di sé il suo stesso Spirito, quello Spirito che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.
Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.
Come sono belle le promesse di Gesù! Pensate: chi lo ama sperimenta l’amore del Padre e dello stesso Signore verso di lui. Dio gli si rivela: mi manifesterò a lui.
Carissimo/a tu pensa a Gesù che Gesù pensa te!
Buona Domenica a tutti.
Vangelo e Meditazione di Don Giacomo Equestre
Foto: Ambito veneto inizio sec. XV, Gesù e discepoli