Azzardo Morale : due parole che molti studenti di Economia hanno sentito spesso nelle “matematiche aule universitarie” di Microeconomia .
In particolare ricordo che l’argomento era trattato all’interno del capitolo “ Fallimento del Mercato”
Ma cosa signfica Azzardo Morale?
Questo termine ha origine dalle compagnie di assicurazione nel XVII secolo.
Il suo uso originale aveva poco a che fare con la morale e l’etica.
All’opposto, esso è correlato alle inefficienze che si verificano poiché il rischio e il costo di una scelta economica sono a carico di una terza parte.
Se ci caliamo nei nostri tempi potremmo affermare che l’azzardo morale potrebbe essere la privatizzazione dei profitti da una parte, la socializzazione delle perdite dall’altra.
Nella scelta di prendere una decisione, un operatore economico può assumere un rischio supponendo che le conseguenze di una decisione non corretta, non impattano su colui che l’ha presa (se stesso per esempio), ma su una più ampia platea collettiva.
Quindi l’effetto delle perdite viene distribuito mutualisticamente su ogni individuo che fa parte di quella collettività.
In questo modo se si ottiene un vantaggio, il singolo godrà dei benefici della scelta, ma se dalla scelta dovesse subirne un danno, questo sarebbe a carico della collettività.
Se un Impresa in un contesto di mercato assume rischi altissimi perché dal canto suo ritiene che – in ogni caso e al verificarsi di una situazione estrema, sarà salvata dallo Stato (perchè troppo grande per fallire), allora evidenzia in tutta la sua presunzione l’azzardo morale come motore della scelta.
Questo meccanismo troppe volte ha comportato pessimi comportamenti predatori, egoistici, dissoluti e completamente asociali.
Le scelte “azzardate” infatti non solo creano un danno alla comunità ma anche ai lavoratori nel contesto dell’impresa.
Alcuni esempi
La situazione tipica di AZZARDO MORALE nasce quando i costi di un determinato evento sono asimmetrici rispetto ai benefici di un ipotetico evento opposto.
Ovvero incidono nel primo caso su una collettività individuata come gruppo sociale, mentre nel secondo caso gratificano un assai più ristretto numero di persone (anche e purtroppo spesso una sola, che ne gode appieno)
La crisi finanziaria del 2008 può essere vista come un azzardo morale; le principali istituzioni finanziarie operanti in quel periodo, si assumevano grossi rischi con i mutui subprime perché sapevano che alla fine sarebbero state salvate dal governo.
L’ azzardo morale era fin troppo chiaro alle istituzioni governative americane.
Questi operatori non potevano “esser fatti fuori dal gioco” citando una canzone di Bennato, perchè “troppo grandi per fallire” con responsabilità verso milioni di persone.
Una volta salvati, il messaggio era che potevano quindi correre rischi eccessivi sapendo che il costo sarebbe stato a carico del contribuente.
Ma l’azzardo morale si manifesta anche nei meccanismi e le dinamiche di retribuzione e di compenso.
I premi (bonus) e le altre forme di incentivazione troppo alti possono spingere l’operatore economico di vertice ad assumere rischi eccessivi, dal momento che, se le cose andranno male, incorrerà al massimo nel licenziamento; ma se le cose andranno bene, guadagnerà compensi stratosferici.
Il filosofo Platone sosteneva nella sua opera “La Repubblica” che lo Stato dovrebbe indicare un limite ai multipli di compenso tra chi ne è alla base e chi al vertice.
Ragionamento illuminato e attualissimo, al fine di evitare eccessive disparità sociali.
Asimmetria informativa
Altro fattore importante è che l’agire in azzardo morale’ si verifica spesso anche in condizioni di‘asimmetria informativa.
La condizione in cui le parti che agiscono nel rischio di un evento, hanno più informazioni delle parti che saranno soggette a pagare le conseguenze di quello stesso rischio.
L’azzardo morale è un problema perché crea costi aggiuntivi su una terza parte in quanto un individuo si assume rischi maggiori, il che comporta anche costi maggiori.
Come viene risolto questo problema ?
Un azzardo morale può essere risolto cercando di allineare gli incentivi di entrambe le parti.
Ad esempio, le compagnie di assicurazione includono la franchigia nelle loro polizze per garantire che il cliente paghi anche quando presenta un reclamo.
Quindi, quando viene presentato un reclamo, anche il consumatore ha un addebito. A sua volta, questo li incentiva a prestare maggiore attenzione.
Come dicevano gli antichi romani
In medio stat virtus
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