The Freewhelin Bob Dylan, un disco d’altri tempi

The Freewhelin Bob Dylan, un disco d'altri tempi
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” The Freewhelin Bob Dylan ” è il secondo album in studio di Bob Dylan, pubblicato nel 1963, ha segnato una svolta nella carriera di Dylan.

Un disco che ha valorizzato la sua voce e il suo stile, unico al mondo della musica folk e rock.

Il disco è pieno di canzoni che riflettono l’abilità di un ragazzo di ventidue anni nel raccontare il proprio tempo, e diventare uno storyteller d’eccezione con una particolare attenzione per la giustizia sociale. Brani come “Blowin’ in the Wind” e “A Hard Rain’s A-Gonna Fall” sono diventati dei classici della musica folk e hanno ispirato molte altre canzoni nei decenni successivi.

Si tratta del primo album composto (principalmente) da brani originali di Dylan.

Copertina del disco

The Freewhelin Bob Dylan, le Canzoni

Le canzoni sono tutte eseguite solo con voce, chitarra e armonica. Sono esilaranti, taglienti, strazianti, ciniche, esaltanti, attuali, senza tempo, ingannevolmente semplici e incredibilmente complesse nel senso più leggero della parola.

L’album si apre con “Blowin’ in the Wind”.

Gran parte della nostra immagine di Dylan come cantautore di protesta, ruota attorno a questo brano. Eppure con il passare degli anni, questo pezzo, suona sempre più al pari di un canto spirituale, come probabilmente doveva essere l’idea del cantautore, in origine.

 È seguito da “Girl from the North Country”, che è – senza mancare di rispetto al grande Johnny Cash – l’emblema della forma canzone “folk”, il suo romanticismo incantevole, la sua solitudine devastante.

E poi le cose prendono una svolta brutale con “Masters of War”, un atto d’accusa contro i produttori di armi, un canto che trema di santa rabbia e giusta indignazione.

“Don’t Think Twice, It’s Alright”, introspettiva, nasconde una forte raffinatezza, una canzone che racconta sentimenti apparentemente contrastanti; la cantiamo insieme a lui e istintivamente prendiamo le parti del cantautore.

“I Shall Be Free” è un’esilarante prova di libere associazioni, e “Talkin’ World War III Blues” ridacchia e ulula di fronte all’apocalisse.

Il resto dei meravigliosi brani di questo disco, volano nel tempo come una moneta appena spesa.

La “direzione”del disco è semplice e intima, con un enfasi sulla voce e la chitarra di Dylan. Questo approccio ha permesso di mettere in evidenza la potenza delle sue parole e delle sue canzoni.

Bob Dylan e la fidanzata dell’epoca Suze Rotolo. Entrambi appaiono sulla copertina dell’album.

In sintesi, “The Freewheelin’ Bob Dylan” è un disco che rappresenta un momento cruciale nella carriera di Dylan e nella storia della musica. Con la sua combinazione unica di parole potenti e melodie coinvolgenti, questo album resta un’opera essenziale per chiunque sia interessato alla musica folk e alla storia della cultura popolare.

Da ascoltare almeno una volta nella vita.

Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.