Siamo tutti Napoletani!
Ma vuo’ vede’ che chistu nire, vo’ fa’ comme a Totò e Nino Taranto con la Fontana di Trevi?
Dopo di aver istallato il computer di massima segretezza nella Delegazione Europea in Camerun, depositato i codici segreti nella cassaforte, mi rilassai passeggiando per le strade di Yaoundé.
Faceva caldo, avevo per fortuna lasciato la giacca nell’unico albergo a tre stelle in quella capitale.
Armato di macchina fotografica digitale, correlavo ogni mia missione con delle foto ritraendo tratti particolari del posto.
Noi Europei, immaginiamo che una capitale africana, abbia le caratteristiche una città come da noi, là chiamare città un agglomerato di case colorate e nei sobborghi migliaia di capanne e baracche coperte con foglie di banano, è un eufemismo!
E questa capitale era come tutte le altre, poco asfalto e tanta terra rossa battuta che diventa un pantano impraticabile durante la stagione delle grandi piogge.
Yaoundé però aveva una vocazione artistica e turistica con delle spiagge tropicali deserte.
Quel pomeriggio mi infilai in un mercatino dove mi avevano subito proposto scarpe e cinture di coccodrillo, ovviamente non avrei mai e poi mai fare da incentivo alla mattanza dei poveri animali.
Comprai qualche quadretto, un tappetino, una maschera di sciamano e qualche ciotola in legno wenghe’.
Dopo per la grande strada detta della Liberazione, stavo fotografando un palazzo enorme dalla forma bizzarra.
In quel mentre mi si avvicina il “napoletano”, un ragazzo di una ventina di anni che rapidamente mi mostra una tessera infilandola subito in tasca dicendomi: No, messie’ pas de photo! Insomma mi chiede di pagare una multa di 500 franchi africani. Io rimango allibito, non c’era nessun cartello che vietasse le foto.
Ma vuo’ vede’ che chistu nire, vo’ fa’ comme a Totò e Nino Taranto con la Fontana di Trevi?
Guaglio’ gli risposi in francese, fammi vedere la tessera che ti sei messo in tasca, lui ovviamente nega e insiste che vuole il danaro.
Siamo tutti Napoletani!
Allora gli sorrido e gli chiedo la ricevuta per la multa, alche’ nega anche questa.
Allora lo prendo a braccetto e me lo porto al bar, che bevi?
Mi risponde che invece vuole un panino perché ha fame!
Bene, gli portano un panino e gli offro pure una coca Made-in-Africa, lui comincia a sorridere.
Sfoderando i miei 32 denti gli dico: Non sarebbe stato meglio per te chiedermi qualcosa invece di inventarti questa sceneggiata?
Mi raccontò, togliendosi le briciole dalla bocca con la mano, io faccio questo mestiere, qui in città nun c’e’ sta niente ed io ogni tanto trovo un “pollo” che paga la multa!
Io che ne sapevo che andavo proprio a cozzare contro un napoletano?
Leggi altro di Cerasiello – Gaetano Ponticelli
- Cerasiello – Nun è ver ma ce credo
- ‘O Belgio – Cerasiello dopo il trasloco
- Siete all’ Ospedale Paradiso: Accomodatevi!
- Napoli-Fiumicino, Cerasiello in divisa che fa l’autostop
- Dar es Salaam, Cerasie’ si’ fesso!
Siamo tutti Napoletani!