Se non sai cos’è….allora è JAZZ

Se non sai cos’è….allora è JAZZ
Durata della lettura: 4 Minuti

Il jazz è un genere musicale nato agli inizi del XX secolo come evoluzione di forme musicali già utilizzate dagli schiavi afroamericani. (fonte Wikipedia)

Ma precisamente che cos’è il Jazz?

A differenza della musica sinfonica dove ogni concertista è obbligato a seguire “ alla lettera” quello che vede scritto sullo spartito, il jazzista è un “ribelle ” della musica, cioè può spaziare e improvvisare liberamente.

Ma per essere ribelli bisogna conoscere le regole del gioco.

Il jazzista spesso ha un incredibile cultura musicale sia tecnica che artistica.

Per scovare l’inventore del jazz bisogna risalire alla fine dell’Ottocento e per la precisione al 1896.

Quel giorno due pianisti, Tom Turpin e William Krell si specializzarono in un genere ritmato chiamato ragtime, molto apprezzato dal pubblico ma non dalla critica.

A tal proposito nel 1899 la rivista più letta dell’epoca, scrisse che una musica volgare si era abbattuta sugli Stati Uniti. Da allora “ è andata sempre peggio” spuntarono vari tipi di jazz.

Oltre al ragtime , i tipi di jazz che hanno avuto piu successo sono stati lo swing, i work songs i calls, il dixieland il cool jazz, il folk jazz, il be bop, il blues, il free jazz e tanti altri.

Tom Turpin

E’ possibile comunque distinguere due grandi categorie di jazz: quello molto ritmato degli anni cinquanta e quello moderno, più elaborato ma altrettanto espressivo.

Il jazz dei primi anni del novecento (quello autentico dei primordi) era suonato prevalentemente dagli schiavi del basso Missisipi.

All’epoca i rematori accompagnavano i loro gesti lenti e ripetitivi con dei canti malinconici detti anche spirituals o canti di lavoro ovvero i cori lamentosi di chi era costretto a raccogliere il cotone sotto il sole o remare lungo i fiumi degli Stati uniti del sud.

I testi erano anche più tristi delle voci e andavano dalla canzone d’amore di un poveraccio che era stato abbandonato dalla moglie a quella di protesta di un operaio che non era stato pagato.

Il “levare” era la caratteristica di tutte le melodie del jazz infatti questo particolare tipo di tempo musicale  prevede un leggero ritardo tra parole cantate e i tempi di battuta.

All’inizio del novecento quasi tutti gli americani amavano il Jazz. Lo suonavano neri, bianchi, ricchi , poveri e nonostante la critica degli intellettuali, si diffuse in tutti gli Stati uniti. Da New orleans, dove era nato, arrivò a New York a Boston e a Chicago.

Lo si sentiva nei Cabaret, nei bar, nei teatri, nei bordelli e perfino ai funerali.

Perfino  alcuni dei piu famosi compositori europei espresso il loro apprezzamento per questo nuovo genere musicale, come Debussy, Stravinsky, Verdi, Brahms.

Gli italiani hanno avuto un ruolo determinante nella nascita del jazz. Proprio all’inizio del secolo scorso alcuni nostri connazionali partirono per l’America avendo nella valigia solo una tromba o un clarinetto come Tony Sbarbaro, Louis Prima, Salvatore Massaro, Joe Venuti, Santo Pecora.

Alcuni erano nati in Italia altri invece erano figli di emigranti.  

A New orleans fece furore un complessino chiamato ORIGINAL DIXIELAND JAZZ BAND composto in gran parte da jazzisti italiani tutti provenienti dal sud italia.

Original Dixieland jazz band

Ma il più grande di tutti esplose intorno alla metà degli anni venti.

Il grande Louis Armstrong, colui che diffuse il jazz in tutto il mondo.  Nacque il 4 agosto del 1900 in una baracca di legno del quartiere piu povero di New Orelans.  

Suo padre era un operaio e lo abbandonò quando era ancora in fasce.

Sua madre faceva la domestica a ore presso le famiglie ricche della città. Nei primi anni, Armstrong, si guadagnò da vivere, consegnando i vestiti che la madre lavava e che la nonna stirava per “ i signori bianchi”.

Poi per nostra fortuna scoprì il jazz e capì che avrebbe guadagnato di più.

La prima volta che si esibì fu in riformatorio. Infine si rese conto che la gente, almeno di notte, si fermava sa sentirlo suonare e venne soprannominato “Satchmo”, “bocca a sacco”.

I suoi primi fan furono in gran parte magnaccia o prostitute.  

Louis Armstrong

In quell’America, piena  di gioie e dolori, di racconti e contrasti, nasce la leggenda molto curiosa sul significato del termine “JAZZ”.

Si dice che all’inizio il genere fosse chiamato Jass con due “S”, poi siccome nel dialetto di New Orleans il termine “ass” voleva dire natiche, alcuni burloni iniziarono a staccare dai manifesti la lettera J, e quindi un “venite a sentire in nostro Jass” facilmente diventava “ venite a sentire il nostro didietro” .

Fu così che jass divenne in un batter d’occhio il termine utilizzato per indicare uno dei generi più belli ed espressivi di tutti i tempi, il “JAZZ”.

Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.