Con un pareggio a Udine è scudetto Napoli, festeggiamenti e tanta commozione dopo 33 anni dall’ultimo: Scusate il ritardo, parafrasando il grande Troisi.
Stamattina la città è ancora più bella.
Trentatre anni fa l’ultimo scudetto.
Ieri sera il pareggio firmato da Victor Osimhen al cinquantaduesimo contro l’Udinese, ha regalato la gioia del trofeo più sudato, ricercato ed ambito, per una squadra, un intera tifoseria e forse un intero popolo.
Scusate il ritardo, ricomincio da tre
Un gioco di parole per ricordare quei tempi che molti ragazzi nati negli anni ottanta come il sottoscritto, hanno assaporato solo in nitidi ricordi di bambino oppure attraverso i racconti dei genitori.
Un gioco di parole per ricordare tutti i grandi uomini dal cuore immenso, figli illustri di questa città, che saranno assorti nei festeggiamenti dall’altra parte dell’universo. Troisi, Pino Daniele.
Cogliamo l’occasione per ricordare anche il grande Federico Salvatore, da poco scomparso, che con il suo brano “ Napoli-Juve”, ci racconta in musica, attraverso il calcio, lo stato d’animo di diverse classi sociali e di una città.
Una squadra che non ha mollato fino alla fine per lo scudetto
“I kilometri più duri sono quelli finali”, le parole di Mister Spalletti erano chiare già da domenica scorsa contro la Salernitana.
La città in questi giorni sembrava affrontare una antivigilia di Natale e Capodanno in contemporanea.
Poi alle 22 e 38 di ieri, 4 maggio 2023, si è realizzato il sogno della nostra infanzia.
Piccole ma grandi gioie che da bambini sognavamo nel nome dei grandi, Maradona, Careca, Giordano.
Tifavamo allo stadio supportando i vari Caccia, Beto, Rincon, Cruz, Policano, Agostini.
Aspettavamo con ansia, più un gol di De Napoli che la befana e babbo natale.
Nei tornei scolastici di quartiere, tra uno scambio di figurine panini e uno sfottò verso qualche tifoso avversario, indossavamo le magliette di questa squadra.
Poi la serie B, la serie C, i fallimenti, le rifondazioni, le coppe e le mancate occasioni
In un articolo scritto tempo fa, riferendomi alla scena di un film di Don Camillo e Peppone, scrissi che amare la propria squadra di calcio e seguirla, non può che essere una moderna “Leggenda del Piave”, vi invito a rileggerlo a questo link.
Non parliamo di riscatto sociale, non è questo.
La gestione del Napoli Calcio e del relativo indotto finanziario potrebbe essere una sorta di esempio da seguire per un rilancio economico del territorio che possa essere indirizzato verso le “nostre” vere e reali vocazioni economiche ovvero il turismo artistico, paesaggistico e culturale.
Parafrasando un post del grande Vincenzo Salemme , non raccontate la nostra gioia come fosse una buffa commedia, non siate felici della nostra felicità come si è felici quando il meno attrezzato prevale sul forte.
Lo scudetto del Napoli, rappresenta, seppur solo in ambito calcistico, un momento di unione, fratellanza di un popolo che con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, vive e spera, ma non solo.
Oltre alle migliaia di tifosi presenti, Il cuore di ogni napoletano che da tempo ha lasciato Napoli, per scelta, per costrizione, per rabbia, per amore, per lavoro, stanotte ha battuto all’unisono.
Godiamoci questa emozione ed i mille colori di questa città, ricordandoci che tra tutti i problemi, tra le tante difficoltà e le contraddizioni di questo territorio, in una “miseria e nobiltà” infinta, dobbiamo vincere anche su tanti altri fronti.
Per questa città il cuore batte forte, la rabbia ancora di più, come cantava il più grande di tutti, “tu sai che nun si sule”, e noi soli non lo saremo mai.
Forza Napoli sempre.
Le foto dello scudetto del Napoli sono di Salvatore De Rosa