I ricercatori dell’Università UNSW di Sydney hanno esaminato le acque di superficie e sotterranee di tutto il mondo, rilevando una concentrazione di alcune sostanze chimiche usate in molti prodotti di uso quotidiano note come “PFAS” al di là dei limiti stabiliti dalle normative. In alcune zone, i livelli di PFAS superavano i valori ammessi del 50%. I risultati di questa ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, sottolineano un rischio concreto per la salute pubblica globale.
Cosa sono i PFAS e perché sono pericolosi?
I PFAS, noti anche come “forever chemicals” o “sostanze chimiche eterne,” comprendono circa 14.000 composti chimici utilizzati da decenni per rendere i materiali resistenti a grasso, acqua e calore. Si trovano in utensili di uso comune come padelle antiaderenti e imballaggi alimentari, ma anche nell’abbigliamento impermeabile e in alcune schiume antincendio. I PFAS sono pericolosi perché difficilmente si degradano nell’ambiente e tendono ad accumularsi nel corpo umano, dove possono causare seri problemi di salute, come la comparsa di tumori.
I risultati della ricerca australiana
Il team di studio ha selezionato 367 articoli e siti governativi, relativi a un periodo di 20 anni e a quasi 50mila campioni provenienti da diversi Paesi (Australia, Cina, Europa e Nord America), scoprendo che i PFAS sono presenti non solo nell’acqua, ma anche in molti prodotti di uso quotidiano. Le schiume antincendio, ad esempio, non solo contengono una grande quantità di PFAS, ma anche i composti più resistenti e pericolosi. I ricercatori hanno analizzato diverse fonti di PFAS e hanno rilevato contaminazioni importanti in oltre 900 prodotti di consumo. I campioni, in media, contenevano circa 113 sostanze differenti.
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