
Un disco che nasce dallo studio e si trasforma in poesia collettiva
A due anni di distanza dal suo precedente album ispirato a Thelonious Monk e alle bande del Sud Italia, il batterista Alessandro Marzano torna con “Nascente”, un’opera discografica intima e profonda, disponibile dal 4 aprile 2025 su tutte le piattaforme musicali. Sette brani, sette piccole gemme che raccontano un percorso di ricerca personale sulla musica d’autore brasiliana, ma anche un dialogo aperto con l’imperfezione.
Collaborazioni d’eccellenza di Alessandro Marzano: un progetto collettivo
In “Nascente”, Marzano si fa accompagnare da un gruppo di musicisti d’eccellenza:
- Guglielmo Santimone, giovane pianista campano e autore del brano “Chorinho pe ttè”, già premiato con il Tomorrow’s Jazz 2020 e il Marco Tamburini 2022.
- Federico Pierantoni al trombone, con esperienze in importanti orchestre jazz come quella di Tommaso Cappellato.
- Francesco Ponticelli, contrabbassista tra i più richiesti del panorama jazz italiano, anche produttore e fonico del disco.
- Maria Pia De Vito, icona del jazz europeo, che arricchisce l’opera con la sua voce e la sua sensibilità etnomusicale.
Un’interpretazione libera dei classici brasiliani
Il cuore del disco è un tributo ai grandi compositori brasiliani, ma con uno spirito di libertà e personalizzazione. La tracklist comprende:
- “Retrato Em Branco e Preto” e “Ligia” di Antonio Carlos Jobim
- “Beatriz” di Edu Lobo
- “Leve” di Chico Buarque
- “Agua e vinho” di Egberto Gismonti
- “Chorinho pe ttè”, inedito firmato da Santimone
Ogni brano è registrato in presa diretta, una sola take, lasciando volutamente spazio a errori e fragilità che arricchiscono la narrazione emotiva dell’intero lavoro.
Un’estetica controcorrente: l’imperfezione come atto poetico
Marzano sceglie consapevolmente l’imperfezione come cifra stilistica: «Brani che nascono dalle parole, ma con una musica così significativa da vivere anche senza testo». Questa visione si riflette anche nella copertina firmata da Sualzo, celebre illustratore italiano, che ha curato anche l’artwork interno, pensato come un’opera destinata a durare nel tempo.
La filosofia del disco: tra poesia e consapevolezza
“Un disco è un albero che cresce in un posto dove il tempo scorre in modi sempre diversi…”
Così recita la frase che accompagna la copertina. Una metafora che racchiude l’intera poetica di Nascente: la musica come organismo vivente, che cambia forma a seconda del vento – i musicisti – e che trova senso nella sua imperfezione. Un invito a “rompere la perfezione” per fare spazio alla vita.
Breve profilo di Alessandro Marzano
Alessandro Marzano, nato a Vibo Valentia in Calabria, si avvicina giovanissimo alla batteria e intraprende gli studi di percussioni classiche al conservatorio. Abbandona presto questo percorso dopo aver scoperto Ornette Coleman, avviandosi verso il jazz. Dopo aver ottenuto una borsa di studio al festival “Rumori Mediterranei” di Roccella Ionica nel 2005, si trasferisce a Roma dove studia batteria con Fabrizio Sferra.
Nel corso degli anni collabora con numerosi musicisti della scena jazz e non solo, registrando diversi dischi. Dal 2010 al 2015 si dedica alla cucina, aprendo un ristorante nella sua città natale, per poi tornare stabilmente alla musica.
Nel 2023 pubblica il suo primo disco da leader, Monk’s Pieces, un omaggio innovativo a Thelonious Monk, con un ensemble privo di strumenti armonici e influenze sonore delle bande del Sud Italia. Attualmente è attivo in vari progetti tra cui il suo quintetto, collaborazioni con Claudio Francica, Emanuele Marsico e altri.
“Nascente” è più di un disco jazz, è un esperimento sonoro, un diario musicale fatto di radici brasiliane, slanci improvvisativi e respiri collettivi. Una piccola grande opera che invita l’ascoltatore a rallentare, ad ascoltare davvero e ad accogliere la bellezza della fragilità.
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