Se riflettiamo bene, la musica, il suono delle parole, e tutti i suoni del mondo, in qualche modo possono influenzare il nostro stato d’animo e addirittura condizionare la nostra vita.
Ad esempio negli anni 50-60 la rivoluzione culturale è stata esportata in gran parte del mondo grazie alla musica.
Il rock , per citare un genere, è un “misto fritto”,a Napoli diremmo un “Cuppetiello”, (dagli ambulanti che vendono in appositi incarti la frittura di pesce)di culture provenienti da tante parti del mondo,che ha influenzato il nostro modo di vestire,di parlare,di comunicare.
Il rock nasce presumibilmente dall’ incontro di due generi musicali specifici ovvero il Country americano e il Blues.
Il primo proviene dalle musiche irlandesi;possiamo infatti notare nei gruppi country d’oltremanica gli strumenti tipici delle session da pub ,come il violino detto anche Fiddle, la Chitarra,il Tamburo (Bodhran) e il Mandolino; il secondo invece viene dalla lontana Africa,importato in America dagli schiavi neri che sfogavano il loro malessere suonando questo genere.
Dalla fusione in terra americana di queste due filoni provenienti dal Nord e dal Sud del mondo nasce il Rock.
Se la musica ha il privilegio di parlare un linguaggio universale, ancor più dobbiamo riconoscere ad essa la peculiarità di efficace veicolo di comprensione tra i popoli e, a buon diritto, di entrare nella schiera delle discipline “nobili” da studiare in ogni forma sia accademico-scientifica, che letterario- comunicativa.
Quelle discipline che sono fonte primaria di conoscenza, alla quale contribuiscono tutti i popoli della terra indistintamente, all’interno di quel fenomeno che si chiama Cultura con la C maiuscola.
Musica – fenomeno in continua evoluzione
Perchè la musica è un fenomeno in continua evoluzione, intesa come creazione di una comunità che si esprime tramite una costante sintesi di equilibri e soluzioni che si prospettano all’interno di essa da chi la scrive e chi la ascolta.
La stessa natura comunicativa dei suoni del mondo è Musicale.
Non possiamo che riscontrarne l’esistenza già in quelli che in natura sono oggi considerati i “paesaggi sonori” come il fruscio delle foreste, lo sgretolarsi delle rocce, il sollevarsi della sabbia, lo scorrere delle acque, l’infuriare del vento, la combustione del fuoco, i versi o il “canto” di alcune specie animali e la meraviglia della voce umana.
La musica riesce a descrivere questi paesaggi sonori che rendono più delle stesse immagini.
Questo principio era già conosciuto agli antichi così come ai compositori classici,come ad esempio Beethoven, il quale ci descrive nella sua Pastorale,scene campestri e i sentimenti che si destano nell’animo umano quando si è a contatto con la natura.
Dalla musica dell’antica Grecia alle Canzoni Napoletane, al Rock ritroviamo in ogni genere e in ogni epoca ciò che l’uomo ha voluto comunicare.
La musica spesso assume carattere di “fondamento” sul quale imperniare la ricerca Storica, vuoi per andare “alla ricerca dei suoni perduti” che per sviluppare una qualsiasi teoria sulla musica futura, o anche sul futuro della musica, e quindi sul futuro dell’umanità.
Se poi analizziamo le varie realtà mondiali ci rendiamo conto di un universo vastissimo e spettacolare.
Personalmente in occasione di alcuni viaggi ho avuto la fortuna di conoscere persone ,che oltre ad essere abili musicisti erano profondi conoscitori della cultura delle propria terra.
E quando scrivo “Cultura” non intendo solo quella accademica ma piuttosto a quelle usanze, tradizioni,saggezza di un tempo,che inserite in un contesto globale rendono il mondo più bello,unico,e soprattutto multiculturale.