In questi giorni in cui purtroppo abbiamo avuto il dispiacere di conoscere il “CoronaVirus“, mi vengono in mente le parole di Paolo Gulisano, medico epidemiologo e studioso di storia della medicina che in un suo libro divulgativo “Pandemie” spiega che si ripetono spesso gli stessi errori: «Dei coronavirus in generale e di questo ormai sappiamo quasi tutto, sono virus diffusi che partono spesso dall’estremo oriente».
«Le epidemie vere sono altre», ribatte Gulisano.
«In Africa c’è un nuovo focolaio di Ebola, nel mondo muoiono milioni di persone per la malaria.
È come se non ci fosse un senso della misura. Il CoVid-19 ha una mortalità di circa il 2%, non è la peste.
Ma la vera riflessione di questi tempi dovrebbe passare dalla medicina alla storia della fisica.
L’altro giorno ero nella metropolitana di Roma e nonostante il grande allarmismo ,i vagoni erano pieni di turisti e lavoratori.
Da ipocondriaco doc, iniziavo già a riflettere sulle migliaia di possibilità di propagazione del contagio virale e non ho potuto far a meno di pensare al concetto di entropia.
Quindi prendo lo Smartphone, apro la pagina wikipedia sull’argomento e leggo :
L’entropia (dal greco antico ἐν en, “dentro”, e τροπή tropé, “trasformazione”) è, in meccanica statistica, una grandezza (più in particolare una coordinata generalizzata) che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l’universo.
Ma che cos’è l’entropia ?
Un bellissimo libro di Luciano De Crescenzo dal titolo “ordine e disordine” affronta questo tema in maniera geniale.
Il filosofo ingegnere Napoletano descrive il concetto in questo modo:
L’entropia è essenzialmente una disgrazia, un guaio che abbiamo passato e al quale non possiamo sottrarci.
Adamo ed Eva quando furono cacciati dal paradiso terrestre udirono una voce risuonare dall’altro : << Tu uomo lavorerai con sudore e tu donna partorirai con dolore>>.
Poi dopo una piccola pausa la voce aggiunse << E tutti e due sarete perseguitati per i secoli dei secoli dall’entropia>> Li per li capirono solo le prime due maledizioni.
Per quanto riguarda la terza avrebbero dovuto aspettare fino al 1824 quando uno scienziato tale Carnot, scopri che per vivere meglio avevamo bisogno di molta energia e che ogni volta che ne producevamo, una parte di questa energia si andava a mescolare con l’ambiente generando disordine.
Insomma dove si crea ordine sicuramene da qualche altra parte nell’universo si genera disordine.
Ebbene la misura di questo disordine si chiama ENTROPIA.
Per chiarire il concetto se in una tazza verso latte e caffè è naturale che le molecole di latte si mescoleranno con quelle del caffè fino a formare il caffèllatte.
Immaginiamo un litro di acqua fredda e un litro di acqua calda.
Se li mischiamo verranno fuori due litri di acqua tiepida e se andassimo a misurare il disordine creato ci accorgeremo di due fatti importanti : il primo che l’entropia finale è più grande della somma delle due entropie e il secondo che il sistema è irreversibile, quindi raggiunto un certo tipo di disordine, non si può tornare all’ordine precedente.
Potremmo dire in sostanza ,che il nemico più grande da affrontare nel caso di un contagio è il disordine, amico principale delle epidemie.
Un’altra riflessione sulle epidemie, è contenuta nel saggio del 1971 del professor Roberto Vacca “Medioevo Prossimo venturo” in cui si ipotizzava una prossima regressione della civiltà, proiettata verso un mondo dominato dalla povertà e dalle malattie e la lotta alla sopravvivenza.
Gran parte degli accademici lo liquidò come parascientifico, collocandolo nel filone post catastrofistico, stile “2001 odissea nello spazio” oppure “io sono leggenda”.
In realtà il ragionamento del professore si basava su rigorose analisi matematiche che confermavano come la civiltà umana si articolasse e si sviluppasse secondo fasi cicliche, che contengono pensieri, situazioni, atteggiamenti ridodanti.
Dalla fisica alla storia il passo è breve .
In questi giorni vediamo alle luci della ribalta l’immortale principio «La storia ci insegna che la storia non ci insegna nulla».
Negli ultimi trent’anni (il periodo del Ceo capitalism) abbiamo concentrato la ripetizione di eventi in passato durati secoli.
Ne cito alcuni: il desiderio di piccole patrie, il ripudio di Regni o di Imperi globalizzati, la paura delle invasioni barbariche, la crescita dell’intolleranza, il terrore dell’estremismo religioso, la distruzione della famiglia e dei suoi valori, il ripudio della cultura come modalità di crescita (pochi leggono, tanti parlano e scrivono).
E ora è arrivato, per la terza volta, il virus asiatico, con tanto di untori e di monatti, con lazzaretti fatti in pochi giorni, spacciati per ospedali.
Intanto il processo ipotizzato dal professor Vacca accentua la velocità di caduta del modello.
Bisogna rimanere comunque sempre fiduciosi nel futuro perché se i “corsi e ricorsi storici” sono d’esempio, dopo un Medioevo 2.0 ci sarà sicuramente, a dispetto dei catastrofisti ,un Rinascimento 2.0.