Scritto e diretto da Paul Feig (Le amiche della sposa, Corpi da reato, Ghostbusters), Last Christmas è un film del 2019 e vede protagonista Emilia Clarke nel ruolo di Katarina “Kate”, aspirante cantante di musical, che per vivere lavora come elfo in un negozio di articoli natalizi, a Covent Garden.
La sua titolare, Natalia (Michelle Yeoh) l’aveva assunta perché colpita dalla sua positività e dal suo carisma. Peccato che a causa di un incidente, ora, Kate sia una persona autodistruttiva ed egoista, capace di allontanare da se tutti gli amici e di dover tornare a vivere dai genitori, immigrati iugoslavi.
L’incontro con Tom (Henry Golding) cambierà la sua vita, spingendola a migliorare e a trovare la sua strada.
Last Christmas – un patchwork che fa bene al cuore
Last Christmas si presenta come un mix di generi: favola morale, rom-com natalizia, accenni di dramma sociale nella Londra ai tempi della Brexit.
Riunisce in se tutte queste anime, senza mai davvero identificarsi con una soltanto. In questo somiglia a un patchwork, o meglio ancora al negozio di Natalia, in cui è possibile trovare le più strampalate creazioni, kitsch e talvolta pacchiane, ma che ispirano un senso di calore e ti fanno sorridere.
Dopotutto, alla sceneggiatura hanno collaborato Bryony Kimmings , Emma Thompson – che qui interpreta la madre di Kate- e il marito Greg Wise. Non sorprende, dunque, che il film si rifaccia a più generi e che abbia uno humour deliziosamente britannico.
Emilia Clarke ed Emma Thompson: famiglie disfunzionali
L’abbiamo conosciuta con il ruolo di Daenerys Targaryen nella serie tv ‘Il trono di Spade’, solenne e fiera. Eppure, Emilia Clarke ha un volto che sembra nato per le commedie romantiche, con le sue espressioni esagerate, i sorrisoni imbarazzati e quell’aria svagata, come se venisse da un altro pianeta. Nel ruolo di Kate ci regala un’ottima interpretazione, mostrandoci il lato egoista e un po’ cinico, ma anche la fragilità e generosità che si nascondono dietro il trucco pesante e le pellicce sintetiche.
Merito anche di Paul Feig che ci prova gusto nel rappresentare personaggi femminili pronti a riscattarsi e migliorarsi.
Nel suo processo di guarigione non manca il riconnettersi alle origini che aveva abbandonato: quando i genitori sono arrivati a Londra, ha cambiato il suo nome da Katarina in Kate, abituandosi allo stile di vita londinese. L’opposto esatto fa su madre, interpretata da una meravigliosa Emma Thompson.
Il personaggio di Petra è ironico, ma reale e solido: è una mamma ansiosa e che si intromette nella vita delle figlie, legata alla patria lontana, ai canti e piatti della cultura slava, ai messaggi socialisti e terrorizzata dalle conseguenze della Brexit.
Così non manca neppure il conflitto generazionale e la presenza di una famiglia disfunzionale, con cui Kate ha un rapporto di amore-odio: dal padre, ex avvocato costretto a fare il tassista, alla sorella Marta, donna in carriera ma con una vita privata segreta.
Natale inclusivo e Brexit
Sulle atmosfere festose di una Londra multietnica c’è sempre l’ombra della Brexit, a separare quando invece si dovrebbe essere uniti. E, come in ogni film di Natale che si rispetti, alla fine, il miracolo riesce e le famiglie, anche quelle disfunzionali e strambe come quella di Kate si ritrovano a cenare insieme. Uno dei meriti di Last Christmas è la sua rappresentazione fortemente inclusiva: non soltanto compaiono coppie LGBT, multietniche, ma anche membri degli strati sociali normalmente ignorati da tutti, ma che qui non sono portati in scena con effetto pietistico, ma con realismo e ironia.
Si riesce così a mostrare da un lato la Londra multietnica che mescola culture e sapori diversi, che accoglie chiunque ne abbia bisogno, ma dall’altro le divisioni che la Brexit ha generato nella società londinese.
Last Christmas: l’amore e George Michael
Nonostante il titolo del film sia un omaggio all’omonima canzone degli Wham! del 1984 e in tutta la pellicola George Michael venga nominato frequentemente, in realtà, la colonna sonora è solo un pretesto commerciale e poco offre in più al film.
Lo stesso si può dire della love story tra Kate e Tom, dallo sviluppo prevedibile e piena di cliché. Le loro interazioni, benché tenere e con vaghi echi dickensiani (non diremo di più per evitare spoiler a chi non ha visto il film), risultano tiepide e poco interessanti. Al contrario, i momenti in cui Kate brilla di più e nei quali emerge il suo carisma sono quelli in cui è sola sulla scena o battibecca con l’impassibile Natalia.
In generale, Last Christmas vi strapperà un sorriso, vi farà sospirare al momento giusto e riscalderà il vostro cuore, quando l’amore e il bene trionferanno, in queste gelide sere. Cosa potremmo chiedere di più a un film di Natale?