Storia, superstizioni e leggende napoletane….
Il nome Gaiola deriverebbe dal latino cavèanella sua forma diminutiva caveòla, che presenta un duplice significato.
Il primo di cavità, recinto o gabbia; l’altro è orientato all’etimologia di cavèa = parte del teatro dove seggono gli spettatori, con riferimento alla cavèa della vicina casa del crudele e ricco Publio Vedio Pollione (del quale si vociferava amasse gettare gli schiavi più inetti in pasto alle murene che allevava attorno agli isolotti della Gaiola), attivo sotto l’impero di Ottaviano Augusto ( dal 31 a.C.).
Il termine latino sarebbe passato alla forma dialettale caviòla ed infine, a gaiòla per intendere “piccola grotta”.
In origine l’isola era conosciuta con il nome di Euplea (Afrodite Euploia, patrona della navigazione) per un tempio dedicato alla dea, come testimonia anche Jacopo Sannazaro: “Posillipo conserva tuttora altrettante Euplea sotto le sue onde limpide”.
Trentaremi
Il tratto di Costa compreso tra il porticciolo di Marechiaro e l’insenatura di Trentaremi è da sempre ammantato da un aura di mistero.
Trentaremi non deve il suo nome alle antiche imbarcazioni romane per l’appunto a trenta remi che un tempo vi facevano sosta, bensì al prezzo di un carico di tufo, estratto dal promontorio di “pietra tagliata” che veniva caricato su apposite chiatte al prezzo di “tre tareni” poi diventato nel linguaggio comune Trentaremi.
La Gaiola è anche il mitico luogo dove il poeta-mago Virgilio, iniziava i suoi discepoli alle arti magiche più oscure.
Si racconta che il “Vate” insegnasse l’arte di preparare pozioni magiche, ed un giorno alcuni intrugli caddero in mare, dando luogo ad un potente maleficio che si abbatté su chiunque si trattenesse sull’isola per troppo tempo.
Quindi, la serie di sfortunati eventi che ha colpito i proprietari dell’isolotto, avrebbe le sue radici in questo “magico” episodio, motivo per cui lo specchio d’acqua prospiciente è inquinato da tanta malvagità e conserva ancora oggi una carica negativa.
La leggenda sull’Isola della Gaiola, hanno dato vita in tempi più o meno recenti le tragiche vicende di cronaca nera, che hanno interessato gli sfortunati possessori della Villa che sorge sull’isolotto omonimo.
Gli abitanti della Villa Maledetta
A partire dall’inizio del XIX secolo, l’isola era abitata da un eremita, soprannominato, “Lo Stregone”, il quale viveva dell’elemosina dei pescatori e da come si può ben capire morì da solo in estrema povertà.
La serie di maledizioni vere e proprie ha inizio nel 1820, quando il Regio Ingegnere archeologo Guglielmo Bechi, acquistò l’area del Pausylipon ad un asta, riportando alla luce antichi edifici di epoca romana.
Decise di costruire una villa panoramica sul promontorio prospiciente l’isola e nel farlo, incluse sia una cappella dedicata a S.Basilio sia alcuni ruderi romani adiacenti e dal quel momento fino al 1978, non ci fu pace per gli i possessori o abitanti della villa sull’isola della Gaiola.
L’ultimo proprietario fù Gian Pasquale Grappone, detto Ninì, creatore dalla Loyd Centauro. Finì in galera travolto dai debiti, ed il giorno in cui la villa fu messa all’asta, la moglie Pasqualina Ortomeno morì in un incidente stradale.
In tempi più recenti, con precisione nel 2009, ci fu l’efferato delitto Ambrosio che ha riacceso l’immaginazione popolare riguardo la “Jattura della Gaiola” dando nuovo slancio ai racconti orrorifici sempre diversi e ricchi di particolari che ovunque circolano.
Oggi L’isola della Gaiola, la Villa Maledetta ed il mare che la circonda fanno parte di un’ Area Marina Protetta molto vasta, gelosamente curata dalla”CSI GAIOLA ONLUS” e protetta dalla Guardia Costiera di Napoli.
Orari della Visite:
Orario invernale
- – dal 1 al 31 Ottobre: tutti i giorni tranne il lunedì ore 10.00 – 14.00
- – dal 1 Novembre al 31 Marzo: martedì, giovedì e sabato ore 10.00 – 14.00
Orario estivo
- dal 1 aprile al 30 settembre:
- tutti i giorni tranne il lunedì ore 10,00 – 16,00
L’Area Marina Protetta “Parco Sommerso di Gaiola” si trova in Discesa Gaiola- 80123 – Napoli
Fonti:
– Leggende e Superstizioni Napoletane, di Ruggero M. Savarese – Edizioni Savarese.
– Misteri, segreti e storie insolite di Napoli, A.Palumbo – M. Ponticello, Newton Compton Editori.
– Napoli Retrò
– LaCooltura.com – Giovannina Molaro
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