La freccia azzurra – un film d’animazione tutto italiano

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Diretto da Enzo d’Alò e tratta da un racconto di Gianni Rodari, La freccia azzurra è una fiaba moderna tutta italiana e che quest’anno ha festeggiato 25 anni.

Il perfido Scarafoni (con la voce del grande Dario Fo) inganna la Befana (Lella Costa), facendola ammalare, per prendere il suo posto e portare i giocattoli solo ai bambini più facoltosi, in modo da arricchirsi. A rovinare i suoi piani ci penseranno un gruppo di coraggiosi giocattoli, decisi a donarsi ai bambini meno fortunati, tra cui Francesco, un bambino orfano, che aveva espresso il desiderio di ricevere la freccia azzurra.

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il film ha ricevuto consensi unanimi da pubblico e critica. Ha ottenuto, inoltre, nel 1997, due Nastri D’argento e un David di Donatello per le musiche, curate da Paolo Conte. Per il suo 25° anniversario, ad Alice nella Città è stata presentata la versione restaurata.

La Befana vien di notte…

La freccia azzurra è uno dei pochi film in cui a portare i regali ai bambini è la Befana e non Santa Claus. Questo perché il film è ambientato in Italia, a Orbetello, un paesino della Toscana.

Come Babbo Natale, anche la Befana porta doni nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, la stessa in cui, secondo la tradizione, i Re Magi portarono in dono a Gesù Bambino oro, incenso e mirra. I doni sono depositati nelle calze che i bambini appendono ai camini e loro preparano per la simpatica vecchina un piatto con mandarini e arance e un bicchiere di vino. Il passaggio della Befana è testimoniato dal pasto consumato e da un’impronta della mano nella cenere del camino.

Poiché vola a cavallo di una scopa, la Befana presenta somiglianze con la figura della strega, mentre il volo notturno richiama i riti propiziatori di epoca romana. Infatti, per favorire la fertilità del suolo, si credeva che delle figure femminili volassero sui campi coltivati. Questi riti erano molto diffusi nelle zone dell’Italia Centrale, dove non a caso la tradizione colloca la casa della Befana, precisamente a Urania, nelle Marche.

Inoltre, la figura della Befana è associata all’inizio di una nuova vita e alla fine di un ciclo vitale, perché con il solstizio invernale si passa dalle notti più lunghe invernali all’aumentare progressivo della luce solare. Ecco perché spesso per propiziare l’arrivo di una nuova vita, si bruciano fantocci con abiti logori, gli stessi di cui si veste la Befana.

La freccia azzurra: sapersi donare senza riserve

I veri protagonisti del film sono i giocattoli, dotati di animo buono e di una capacità di sacrificio straordinaria. Si mettono a rischio per sfuggire al perfido Scarafoni e portare gioia nei bambini più bisognosi. In particolare, colpisce il loro donarsi senza riserve, ascoltando il loro cuore di giocattoli, ai bambini con cui percepiscono un’affinità particolare.

Il loro amore riscalda così i cuori di un freddo inverno e porta quella serenità e pace di cui spesso Rodari parla nei suoi libri. L’ambientazione realistica, l’occasione delle festività, tutto è estremamente realistico, mentre la fantasia vola e si innalza davanti ai giocattoli che parlano e si muovono nel mondo umano.

Il loro gesto mostra anche come il gioco sia un diritto fondamentale di ogni bambino, a cui non si dovrebbe rinunciare, non solo di chi può permettersi giocattoli costosi.

Alla bellezza del film contribuisce anche l’uso dei colori vivaci e le musiche di Paolo Conte. All’epoca dichiarò: “Quando ho creato la musica per la ‘Freccia Azzurra’, ho cercato di entrare il più possibile nel film, lavorando con Enzo sul senso del colore, emozionandomi nel cercare nella musica i colori più caldi o più freddi a seconda del carattere dei disegni”.

Delicata e toccante, questa favola moderna vi farà riscoprire la magia dell’infanzia e delizierà i vostri bambini. Il film è disponibile in versione integrale e restaurata su Rai Play e su Amazon Prime Video.

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Author: Maria Castaldo

Maria nasce a Napoli nel 1993. Appassionata di libri e cinema fin da bambina, si laurea in Lettere Classiche e Filologia Classica alla Federico II di Napoli e inizia un Master in Critica Giornalistica. Ama scrivere, leggere e guardare film e serie tv e ha trovato il modo di unire le sue passioni con il giornalismo culturale.