La cappella gentilizia dedicata a San Antonio da Padova e San Ingenoino
La cappella gentilizia di S.Antonio e S.Ingenuino, fu’ fatta costruire nella prima metà del XVII° secolo dai Genoino nella Platea Pantano, in alcuni vani terranei del loro palazzo.
L’edificio in cui abitava la famiglia Genoino era bellissimo, perché era circondato da una vasta campagna e da giardini.
La famiglia Genoino diventa nobile e costruisce la cappella gentilizia
Nell’anno 1632, durante le fasi più concitate del “Riscatto frattese”, una notizia importante fu portata alla famiglia dei Genoino.
In data 31 maggio 1632, l’Imperatore Ferdinando II d’Austria aveva concesso in perpetuo ad Antonio Genoino, suo consigliere e ministro, il privilegio del Palatinato, del Sacro Palazzo Lateranense, dell’Aula Cesarea ed Imperial Concistoro.
Nominandolo anche nobile del Sacro Romano Impero ed estendendo il privilegio ai figli e ai fratelli di lui Diego, Leonardo, Carlo, Orazio e Giovan Battista,e a tutti i loro discendenti.
Perciò anche i Genoino di Frattamaggiore poterono fregiarsi del titolo di Conte Palatino e del diritto di trasmetterlo a tutti i componenti del casato.
Per tanto in virtù di tale fregio, furono autorizzati a portare in quartato l’aquila imperiale austriaca, nell’ arma di famiglia.
La costruzione della cappella dei Conti Genoino
Viene facile da pensare che in seguito all’acquisizione del titolo nobiliare, evidentemente il ramo frattese dei Genoino decise di costruire una cappella gentilizia.
La cappella in origine fu dotata di un pregevole paliotto in marmo, lavorato a fiori ed intarsio ma fu poi trafugato nei secoli scorsi.
Sul pavimento era posta una lastra tombale con la seguente iscrizione:
“HIC UBI VIVENTES GENOINI INTERPONEBANT CORUM GAUDIA CURIS HIC QUOQ.
FAS FUIT UT MORIETES QUIESCERENT CORUM OSSA SIMUL”.
Ovvero: “ANCHE QUI I GENOINO VIVENTI, INTERPONGONO LA LORO GIOIA E LE CURE E QUESTO LUOGO E’ GIUSTO PER FAR RIPOSARE LE OSSA ALLO STESSO TEMPO – MDCXXXXVII.
Proprio notando l’anno segnato su questa lapide il 1647, riteniamo che probabilmente esso corrisponda all’anno originario della costruzione della cappella.
Lo storico Giulio Genoino
L’abate, drammaturgo e poeta frattese Giulio Genoino fu uno dei cappellani della chiesetta di famiglia.
E proprio in questa cappella, fu sepolto anche il suo corpo e sulla tomba fu posta all’epoca, una lapide marmorea.
Di fronte alla tomba di Genoino vi è quella di Giulio Giangrande, parente dei Genoino e solamente omonimo di quel Giangrande che si distinse durante la fase del Riscatto frattese.
La cappella nel secolo XIX° fu abbandonata ed era in avanzato stato di deterioramento per cui rischiava di essere trasformata in un’abitazione privata.
Il restauro ad opera di Monsignor Carmelo Pezzullo
Nell’anno 1882 fu acquistata da monsignor Carmelo Pezzullo, che la fece ampliare inglobando un altro basso del palazzo e la fece arricchire di marmi colorati e balaustra, di un ciborio con porticina d’argento, di un presbiterio, di arredi sacri scelti.
Monsignor Pezzullo, donò anche un’artistica statua in legno di S. Ingenuino, vescovo di Sabiona e la statua è sull’altare principale.
Nella nicchia della parete laterale destra, vi è una statua di S. Antonio da Padova per la quale i frattesi hanno una grandissima devozione, mentre in quella della parete sinistra vi è la statua di S. Giuda Taddeo.
Sul frontale della chiesetta il sacerdote Carmelo Pezzullo fece incidere questa lapide.:
“GENTILITIUM HOC SACELLUM SAC. CARMELUS PEZZULLO VINCENTII F.SIBI SUISQU COMPARAVIT”.
Ovvero: ” QUESTA CAPPELLA FU ACQUISTATA DAL SACERDOTE CARMELO PEZZULLO PER SE EPER I SUOI” – A.R.S. MDCCCLXXXII
La cappella negli ultimi venti anni è stata mantenuta e gestita dalla famiglia Capece.
Essa appartiene alla giurisdizione legale ed ecclesiastica della Parrocchia di S. Sossio di Frattamaggiore.
La storia ci racconta che la cappella, fu ulteriormente restaurata intorno al 2005 ed in quell’occasione purtroppo, sparirono molti arredi sacri ed il pavimento marmoreo.
Ad oggi la Chiesetta viene aperta al pubblico solamente 3/4 giorni all’anno.
Si spera nel fattivo impegno da parte della Curia e dell’Amministrazione Comunale nella gestione di un monumento sul territorio frattese.
Note storiche a cura del Dott. Franco Montanaro.
Presidente dell’I.S.A. di Frattamaggiore (NA)
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