Per il primo appuntamento del Calendario dell’Avvento abbiamo scelto Klaus – I segreti del Natale, primo film d’animazione prodotto da Netflix e diretto da Sergio Pablos.
Chi è Sergio Pablos, il regista di Klaus – I segreti del Natale
Sergio Pablos iniziò la sua carriera come character design alla Disney, dove si occupò dei disegni di un film su Pippo (1995). Ebbe un ruolo importante soprattutto nel Rinascimento Disney, periodo florido della compagnia, durante il quale collaborò a Il gobbo di Notre Dame, Hercules e Tarzan.
L’ultimo film Disney con il suo contributo è stato Il pianeta del tesoro, rifacimento steampunk del classico per ragazzi L’isola del tesoro e per cui ebbe la nomination agli Annie Awards, premi assegnati alle eccellenze nel campo dell’animazione.
Dopo aver lasciato la Disney, ha collaborato con la Universal Pictures, per la quale ha creato il concept del film Cattivissimo Me. Il film è stato nominato ai Golden Globe ed è uno dei film d’animazione più noti nell’ultimo decennio. Per la 20th Century Fox Pablos ha disegnato i personaggi di Rio, con cui ha ricevuto la seconda nomination agli Annie Awards.
Dopo altri lavori, come Smallfoot per la Warner Animation Group, Sergio Pablos ha fondato a Madrid nel 2004 il suo personale studio di animazione, chiamato Sergio Pablos Animation Studios.
Klaus – I segreti del Natale è un progetto innovativo
Al progetto Pablos iniziò a lavorare già nel 2010, decidendo di compiere una scelta che molti avevano definito azzardata: realizzare i disegni a mano e puntare sull’animazione 2D. Guardando questa meraviglia che è Klaus – I segreti del Natale, non direste mai che è stato realizzato con tecniche tradizionali. Eppure, è così.
L’ultimo film a essere disegnato a mano, escludendo i film nipponici, è stato La principessa e il ranocchio (2009). Con l’obiettivo di far rivivere la magia dei disegni a mano, ma coniugandola con le moderne tecnologie, Sergio Pablos ha deciso di superare i limiti dell’animazione 2D, contattando diversi programmatori in tutta Europa e negli Usa. La soluzione, invece, gli fu offerta da un concept artist della sua compagnia, Macin Jakubowski.
Si trattava di aggiungere in maniera efficace luci e ombre sui disegni animati bidimensionali, in modo da dare loro un aspetto volumetrico. Per estendere questa tecnica a tutto il lungometraggio, la SPA Studios strinse un accordo con gli studi francesi Les Films du Poisson Rouge. Ne è venuto fuori uno strumento innovativo e che permetteva agli artisti di svolgere molto lavoro in meno tempo, ma tutto sempre attraverso i disegni a mano. In onore del film a cui stavano lavorando, questo nuovo strumento è stato chiamato Klaus Light&Shadow.
Klaus e le origini del Natale
Klaus – I segreti del Natale è una rilettura delle origini di Babbo Natale e delle tradizioni di questa festa. Un lungometraggio che parla al cuore e coniuga messaggi importanti, personaggi ben delineati e una trama che tiene incollati allo schermo.
Jesper è un arrogante e viziato erede di un magnate dei servizi postali, incapace di realizzare alcunché. Suo padre, come ultima possibilità, lo spedisce a Smeerensburg, un’isola del circolo polare artico, con l’obiettivo di mettere in piedi un ufficio postale e di spedire 6000 lettere in un anno.
Al suo arrivo, Jesper trova un luogo desolato e freddo, in cui le due famiglie dei Krum e degli Ellingboe, con l’appoggio dei rispettivi leader, la perfida Mrs. Krum e il tonto Mr. Ellingboe, non fanno che farsi la guerra a vicenda da generazioni. Costretto a vivere in un pollaio (l’ex ufficio postale), privato di ogni comfort, Jesper non ha la minima idea di come tornare a casa. Ma l’incontro con un ombroso e gentile giocattolaio, Klaus, cambierà le carte in tavola. I due metteranno in piedi un sistema di spedizioni di giocattoli, con lo scopo di rendere felici i bambini di Smeerensburg, per Klaus, ma in realtà, che permetterà a Jesper di raggiungere il suo obiettivo.
Nel corso delle spedizioni, i due si troveranno in situazioni esilaranti e buffe che, viste attraverso gli occhi dei bambini di Smeerensburg, faranno nascere alcune delle più note tradizioni natalizie e storie su Santa Clause: latte e biscotti, la slitta volante trainata da renne, la discesa attraverso i camini, la lista dei buoni e dei cattivi e persino la famosa risata di Babbo Natale.
La loro collaborazione diventerà amicizia e lo scambio di regali avvicinerà gli abitanti della piccola città, riuscendo a farli riappacificare e vivere in armonia. Peccato che Mrs. Krum e Mr. Ellingobe tramino nell’ombra per distruggere la pace, ci riusciranno?
Da un singolo atto di bontà nascono grandi cambiamenti
Questo film è la storia di un’amicizia tra due individui dai caratteri diametralmente opposti: tanto Jesper è egoista quando Klaus è generoso. Attraverso lo schema tradizionale dei tipi opposti, Netflix ha realizzato una origin story che di tradizionale non ha nulla, ma che, al contrario non si affida ai clichés e agli stereotipi per celebrare la bontà, intesa come motore del cambiamento.
Nel film, infatti, più volte viene ripetuto che ‘un atto di bontà ne genera un altro’ e in effetti è ciò che accade nella desolata Smeerensburg, dove tutti si odiano senza una vera motivazione e dove saranno i bambini i primi a dimostrare che la gentilezza è di rapida diffusione e può cambiare la società. Questo cambiamento si verificherà in Jesper, viziato co-protagonista, ma che scoprirà la potenza della bontà e del donare senza riserve e senza aspettarsi una contropartita.
Non manca il conflitto generazionale: a Smeerensburg sono gli adulti, spesso, a portare avanti sterili tradizioni di guerra e odio, educando i bambini a proseguire sullo stesso solco e a evitare qualsiasi contatto tra loro, persino a scuola, trasformata in un mercato del pesce. La giovane insegnante del paese, Alva, era arrivata lì piena di belle speranze, ma aveva visto i suoi sogni frantumarsi. Anche lei sarà coinvolta nel processo di cambiamento messo in atto da Jesper e Klaus, riuscendo a rifiorire e a trovare il suo scopo.
Klaus – I segreti del Natale mostra come le tradizioni debbano essere abbandonate, quando sono deleterie, e sono i bambini a promuovere il cambiamento contro chi è talmente consumato dal proprio odio da essere rinsecchito (Mrs. Krum) o chi è, invece, talmente avido da aver divorato tutto (Mr. Ellingboe). Perché l’odio ingiustificato non porta a nulla, è sterile, mentre la generosità si diffonde e irrora i cuori come acqua salvifica.
Klaus e una nuova famiglia
Il personaggio eponimo della storia, Klaus, è probabilmente un Santa Clause poco convenzionale: ombroso, timido, di poche parole, che veste colori scuri e porta asce e coltelli con se. Ma questa burbera apparenza nasconde un cuore generoso, desideroso di donare agli altri e capace di creare meraviglie con il legno. Nel film i momenti più commoventi sono dedicati proprio a lui e alla sua storia personale, costellata di amore, ma anche di perdite.
E, inaspettatamente, sarà Jesper ad aiutarlo a colmare quei vuoti, regalandogli l’opportunità di fare del bene e di circondarsi di nuovi volti e nuovi amici, una famiglia allargata, formata dalla comunità nomade dei Sami con la piccola Margu, tenerissima comparsa che Jesper tenta più volte di allontanare. Con l’aiuto dei Sami, Klaus e Jesper tenteranno una grande impresa: consegnare i regali di Natale a tutti i bambini di Smeerensburg.
Oltre ai pregevoli disegni e ai personaggi, un ruolo molto importante, come in ogni film che si rispetti, lo svolge la colonna sonora, curata da . Tra momenti rap (Don’t mess with the postman è esilarante), carole natalizie e la canzone originale Invisible di Zara Larson, la musica accompagna i momenti più belli della storia, coinvolgendo e commuovendo.
Klaus – I segreti del Natale è stato candidato agli Oscar, l’anno scorso, ha vinto un BAFTA per il miglior film d’animazione e un Annie Award. Se desiderate recuperarlo, il film è disponibile su Netflix. Non perdetelo, sarà una bellissima scoperta.