“Kindeswhol, il bene del bambino”: legge scandalo in Germania

 “Kindeswhol, il bene del bambino”
Durata della lettura: 4 Minuti

Lo Jugendamt

 “Kindeswhol, il bene del bambino” è il film ideato da Livia Bonifazi, scritto e diretto da Franco Angeli, su un argomento scandaloso: lo Jugendamt.

Il film, disponibile su CGTV E PRIME VIDEO, è la ricostruzione minuziosa della storia vera di Marinella Colombo, paladina dei diritti genitoriali, incarcerata con l’accusa ingiusta di aver rapito i suoi figli dopo la separazione dal marito tedesco. Lo Jugendamt (letteralmente amministrazione per la gioventù) che dovrebbe essere un organo di supporto alle famiglie, è, in realtà, un ente di controllo e di sorveglianza dei figli nei casi di coppie separate o che si stanno separando. 

Lo Jugendamt, costituitosi in Germania alla fine della Prima guerra mondiale e ricostituito da Himmler nel 1939, è ancora attivo e non ha paragoni in altri Paesi. Tale Ente interviene con mezzi poco leciti, pressioni psicologiche sui figli, false accuse al genitore non tedesco con l’obiettivo di trattenere i bambini in Germania. Inoltre, agisce affinché il genitore straniero perda i diritti genitoriali, rendendogli sempre più difficili le visite attraverso sotterfugi e iniziative poco lecite.

Le visite, che avvengono sempre più raramente nel corso degli anni, si devono svolgere unicamente in lingua tedesca con l’intento di sottrare il bambino a ogni influenza culturale diversa, distruggendo di fatto l’identità linguistica e culturale dell’altro genitore. 

Il regista Franco Angeli, sempre attento ai drammi sociali, in “Kindeswhol, il bene del bambino, ha concentrato l’attenzione del pubblico unicamente sulle parole e la storia del vero dramma di Marinella Colombo, con tre mandati d’arresto europei, uno dei quali mentre era in vacanza con i due figli. 

Marinella (interpretata da Livia Bonifazi) è stata abbandonata dalle istituzioni italiane, che non le hanno dato supporto, e ha visto negati in Germania i suoi diritti di genitore attraverso traduzioni volutamente falsificate, verbali di visite con i figli inesistenti e pratiche discutibili sia sul piano legale sia etico.

 “Kindeswhol, il bene del bambino”

Il film della durata di circa 1 ora si svolge tutto in una stanza degli interrogatori a San Vittore, a porte chiuse, tra Marinella Colombo, accusata di aver rapito i suoi figli e il procuratore di Milano che ha l’obiettivo di farle dire dove li ha nascosti. In questo interrogatorio, Marinella ripercorre la sua battaglia degli ultimi anni contro lo Jugendam che le ha sottratto i figli, denunciando questo dramma inquietante, comune a moltissime famiglie e ancora vivo nel cuore dell’Europa. Lo Jugendamt è stato più volte riconosciuto responsabile di aver violato i diritti fondamentali dell’uomo, ma nessun Paese, compresa l’Italia, ha mai alzato la voce più di tanto…

Durante tutto il film la cinepresa si sofferma unicamente sul volto disperato di Marinella Colombo il cui racconto si alterna alle domande e alle accuse del procuratore di Milano. Marinella ha lottato per anni insieme a un’organizzazione internazionale di genitori nelle sue stesse condizioni senza nessun supporto dal nostro Paese che, anzi, l’ha incarcerata senza mostrare attenzione alla problematica e palesando una completa cecità sulle dinamiche della questione. 

I figli di Marinella di 4 e 8 anni hanno sempre espresso la volontà di vivere in Italia con la madre data l’assenza evidente del padre, che si disinteressava completamente dei figli e non provvedeva neanche alle spese di mantenimento. 

I figli di Marinella Colombo sono potuti tornare in Italia sono da maggiorenni e la madre, purtroppo, se li è potuti godere per poco, perché è morta nel 2024 per un male incurabile, probabilmente conseguenza delle sue lunghe sofferenze. 

Nel film, a parte poche immagini di repertorio e didascalie finali con dati essenziali che informano sull’epilogo della storia, c’è assenza totale di azione, di panorami e luoghi. Il film è incentrato solo sulla voce e l’immagine della protagonista che avvolge lo spettatore con la storia del suo dramma personale e familiare che rimbomba inascoltato tra le quattro mura della stanza di San Vittore.

 “Kindeswhol, il bene del bambino” è un film-denuncia che ha l’obiettivo di scuotere le coscienze e di mostrare un abominio, stranamente, ancora vivo nel cuore dell’Europa.


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Author: Francesca Amore

Appassionata di arte e cultura, è giornalista pubblicista dal 2005. Ama Roma, Napoli e ha un debole per i grandi scrittori russi, divora libri, ed è Accompagnatrice Turistica. E’ una fan accanita delle persone per bene e scrive di tutto ciò che genera valore con l’intento di dare risalto a storie interessanti che escano fuori dal circolo vizioso dell’omologazione.