Il Rock-Blues degli anni 60: The Jimi Hendrix Experience – Are you Experienced

Il Rock-Blues degli anni 60: The Jimi Hendrix Experience - Are you Experienced
Durata della lettura: 3 Minuti

Questo primo album disegna la destrezza innovatrice e crescente di Jimi Hendrix come chitarrista.

A volte audace a volte lirico, aprì nuove prospettive a tutti gli stili che suonò, dal blues al pop alla musica psichedelica.

“Are you experienced” comprende un ampia gamma di materiale che il bassista Noel Redding il percussionista Mitch Mitchell gli conferivano quale ideale trampolini per le sue “ svisate” alla chitarra.

Copertina del Disco

Pubblicato nel 1967 dall’etichetta Track Records e poi Polydor Records che all’epoca aveva come  produttore discografico Chas Chandler, questo disco fu registrato negli Olympic Studios di Londra

Ogni brano offre ampie possibilità alla sperimentazione, anche se nessuno può uguagliare il vibrante “Red House” nel quale viene sviscerato e “sminuzzato” il blues classico in dodici battute.

Hendrix genio della musica afroamericana, fu una specie di asceta tormentato, con un tocco chitarristico leggendario.

All’inizio della sua carriera fu un esponente del Blues ancestrale, quello vero, quello della disperazione, della strada, per poi approdare al Blues Rock metropolitano e sentirsi libero nell’improvvisazione jazzistica costruendo un musica personale creativa ed originale con un potere energetico ed esplosivo mai visto prima.

IL BLUES-ROCK

Fantastico genere come la musica nera, siamo nell’era della “British Invasion”, con Atlantic, Motown e i grandi del blues; non c’era nessuna ragione per cui i musicisti afroamericani non potessero fare la stessa cosa, evolversi nella stessa direzione di band inglesi come The Yardbirds, The Who. 

Una cosa, e solo una, era necessaria per questo: una mente libera, orientata all’iniziativa, di talento, una che potesse funzionare senza significative restrizioni commerciali / formali – a metà degli anni Sessanta, ancora imposta dall’attività praticamente su qualsiasi musicista afroamericano popolare.

Jimi Hendrix

Il Disco

Basta ricordare alcuni brani come (precisando che alcuni di essi sono pubblicati come singoli, sempre nel 1967, reinseriti nelle ristampe e quindi considerati parte dell’album in questione ) “Hey Joe” la cover piu originale della storia della musica moderna, con introduzione di chitarra sulla scala musicale- pentatonica di mi (anzi mi bemolle, considerato che Hendrix suonava quasi sempre con la chitarra scordata di un semi tono)

 “Purple Haze”, che inizia con una melodia incentrata su un intervallo armonico di quarta aumentata (considerato in epoca medioevale niente di meno che l’intervallo del diavolo), che introduce l’accordo di settima minore con la terza diminuita, non a caso diventato celebre nel rock come l’accordo alla Hendrix.

The Jimi Hendrix Experience

Ma non sono solo potenza e fuoco a scandire questo album: “The wind cries Mary” è una bellissima ballata elettrica, “May be this love” e, soprattutto, “Third stone from the sun”, mettono in evidenza la componente psichedelica di Hendrix (quest’ultima strizza l’occhio al jazz); “Red House che è solo da ascoltare perché lascia senza fiato, ancora: “Manic depression”, con l’incipit su una scala cromatica intervallata da una pausa (quasi la quiete prima della tempesta) e un tempo in 9/8, una sorta di ad libitum sincopato, presenta un assolo che lascia emergere la rabbia esplosiva di Jimi Hendrix, fino ad uno dei brani più esorbitanti dell’album: la famosissima “Foxy Lady”.

Fondamento del Rock- Blues

Un album fondamentale, un disco che ha posto le fondamenta per il rock fino ai giorni nostri (dall’hard rock più classico al punk fino ad arrivare al grunge) un album che ha avuto un impatto stravolgente, paragonabile, sotto questo aspetto, a lavori delle band delle grandi rivoluzioni psichedeliche come i Pink Floyd, i Doors, i Beatles oppure Frank Zappa.

Senza dubbio Hendrix è mosso da una libertà artistica senza precedenti e la sua allegria traspare in tutto l’album.

Altissimo livello.

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Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.