I Fleetwood Mac band di grande successo attiva dalla seconda metà degli anni ’70, inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame, ha attraversato vari stili nel corso di una carriera lunga più di cinquant’anni : dal blues rock, fino alla new wave del punk e del rock gotico.
Tutte queste influenze diedero luogo al loro album di maggior successo: “Rumors”, pubblicato nel 1977.
Negli ultimi anni, “il mercato musicale” dell’industria discografica li aveva lasciati un pò nel dimenticatoio, rendendoli sconosciuti alle giovani generazioni.
Quando all’improvviso il potere del Social ha messo il suo zampino.
Tutto è partito da un video pubblicato recentemente su un noto social da un uomo messicano, che si filma mentre beve un succo di frutta andando su uno skateboard.
Il sottofondo musicale scelto dall’uomo per accompagnare questo filmato è “Dreams”, brano pubblicato nel già citato album “Rumours” .
A questo punto esplode un successo inaspettato in stile luci della ribalta, dovuto al fatto che l’utente del social, conta 1,4 milioni di followers, conquistati grazie alle sue bizzarre clip.
Quindi i FLEETWOOD MAC tornano in classifica con un brano del 77.
Tutto grazie al caso.
Grazie al Social
Questo avvenimento ci fa capire il potere enorme che queste community hanno sull’industria musicale.
Ma se è vero che i Social sono frutto di un certo tipo di globalizzazione; cosa intendiamo per globalizzazione dell’economia?
La globalizzazione dell’economia è il processo attraverso il quale mercati e produzione, nei diversi paesi diventano sempre più dipendenti tra loro a causa della dinamica di scambi, di beni e servizi attraverso i movimenti di capitale e tecnologie.
Se ben ricordiamo questo fenomeno, ha origini nel Cinquecento con i primi commerci marittimi verso il nuovo mondo, per poi attraversare tutte quelle fasi storiche che hanno portato ,a partire dal settecento, all’affermazione di quelle culture economico-sociali del paese in cui questo andava sviluppandosi, in primis l’Inghilterra.
Dal Novecento soprattutto dal secondo dopoguerra, con l’affermazione delle grandi economie industriali, e quindi di superpotenze come gli Usa e sino ai giorni nostri si assiste ad un estrema liberalizzazione dei mercati in cui le economie principali sono rappresentate dal consumismo anche a livello musicale.
La musica popolare del Nord del mondo
La “musica popolare del Nord del mondo” da cui derivano tutti i generi che ascoltiamo rappresenta il tessuto industriale più importante, in origine era “libera” quanto quella del Sud; oggi invece ha perso la sua naturale connotazione, a causa del crescente consumismo (vedi le esigenze delle industrie discografiche sui generi come il Pop).
Per farvi un paragone è come se la musica del sud fosse un bel piatto di pasta alla siciliana e quella del nord, un panino da Fast Food americano.
Ovviamente il fenomeno non è generalizzato perchè anche oggi esistono delle ottime realtà artistiche purtroppo meno sponsorizzate rispetto ai fasti di tanti anni fa.
La conseguenza più evidente è quindi una distorsione della cultura dovuta alla diffusione di massa dell’informazione, che vede il limite principale nell’affermazione di modelli senza sfumature ed in contrasto con l’apertura globale che essi stessi professano.
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