Il disco che cambiò la musica pop “la banda cuori solitari del Sgt. Pepper’s

The Beatles
Durata della lettura: 6 Minuti

” Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band”, ottavo album dei Beatles  esplode come un vulcano in piena attività.  

Il 1° giugno 1967, è la data in cui la musica pop cambia definitivamente aspetto e contenuti.

Primo concept-album di successo della storia del rock: c’è un filo conduttore che rende il lavoro unitario e logico.

Vero e proprio monumento della musica e più in generale dell’arte popolare, questo disco è ordinariamente indicato come l’apice creativo dei mitici fab four.

E’ il famoso album “dalla Copertina delle facce” infatti la frontcover è piena di riferimenti più o meno criptici: i Beatles hanno voluto dietro di sé i personaggi che avevano segnato la loro vita, quali ad esempio Bob Dylan, Oscar Wilde Timoty Leary, Charlie Chaplin, Marylin Monroe, Karl Marx oppure riferimenti inquietanti come Adolf Hitler, Aleister Crowley e tantissimi altri. 

Il disco Sgt. Pepper’s ci inserisce in una realtà completamente nuova per l’epoca.

In pieno rock’n’ roll di stampo americano e beat inglese, nasce qualcosa che è molto simile alla musica descrittiva di metà ottocento  di epoca romantica.

Siamo in un teatro… brusio degli spettatori… l’orchestra accorda gli strumenti in sottofondo sta per iniziare lo spettacolo, attacca il primo pezzo dal titolo omonimo all’album .  

A suonare è la Sgt. Pepper’s Club Band, la banda dei cuori solitari, che si presenta al pubblico con un brano rockeggiante e divertente,  e al termine lancia Ringo Starr  nel pezzo successivo “With A Little Help From My Friends” in cui il riferimento all’amicizia può essere reinterpretato in chiave psichedelica.

Segue un pezzo storico di Lennon: “Lucy In The Sky With Diamonds”, divenuta celebre perché qualcuno lesse tra le righe la sigla Lsd, ipotesi che è avvalorata dal testo fantastico ispirato al romanzo di Carrot, Alice nel paese delle meraviglie, in una stesura narrativa fatta di immagini, tipiche delle visioni di chi ha fatto uso di sostanze allucinogene.

Sorta di stralunato e geniale valzer lento posto sul fondale di timbriche esotiche cui si oppone un ritornello in 4/4.

Sgt pepper’s lonley hearts club band

Ispirate da eventi della realtà quotidiana, sono le successive “Getting Better”, in cui i Beatles se la prendono con gli insegnanti che “opprimono e soffocano” gli studenti e la soluzione sembra ancora la fuga in un’altra dimensione; e “Fixing A Hole”.  

Quest’ultima fu soggetta a interpretazioni in chiave “stupefacente” a causa del verbo “fix” che in slang indica il bucarsi.

“She’s Leaving Home” è anch’essa frutto della penna di McCartney: lo spunto fu preso da una notizia del Daily Mirror sulla fuga di casa di una ragazza; McCartney ne fece una canzone sulla solitudine (molte analogie con la “Eleanor Rigby”) e sulla incomprensione generazionale tra figli e genitori, infatti i versi sono di grande impatto emotivo e si arricchiscono di una vena amaramente sarcastica, grazie anche ai contrappunti del ritornello opera di Lennon.

La genialità di Lennon viene ancora a galla con “Being For The Benefit Of Mr. Kite!”, con il testo ripreso da un manifesto circense dell’età vittoriana; la musica è coinvolgente e trascinante e si sviluppa come una spirale che lascia stordito, disorientato: sembra quasi di essere trasportati all’interno della pista, mentre tutt’intorno si esibiscono giocolieri, clown e artisti circensi.

George Harrison, convinto praticante della cultura orientale ci porta nella lontana India grazie all’ esperienza legata alla meditazione trascendentale ,con il brano  “Within You Without You”, in cui parteciparono soprattutto musicisti esterni, specialmente indiani, suonatori di sitar.

Ritorniamo indietro nel tempo in un cabaret della bella epòque o degli anni trenta con il brano “When I’m Sixty-Four”,  con un basso molto secco e una tuba in sottofondo che sottolinea i versi e una melodia .

La canzone venne dedicata al padre di McCartney, che aveva appena compiuto 64 anni.

Dello stesso McCartney è “Lovely Rita”, anche in questa occasione l’ispirazione proveniva da un fatto della vita reale, da un’addetta ai parchimetri che lo aveva multato qualche mese prima: nacque così la storia d’amore sbocciata sul luogo della contravvenzione. 

Lennoniana è invece “Good Morning, Good Morning” ispirata dalla pubblicità dei Cornflakes Kellog’s, la realizzazione del brano procedette accumulando elementi secondo l’idea di ricostruire la storia di una giornata, con riferimenti criptici.

La penultima traccia è uno degli elementi più caratterizzanti del disco, è la cosiddetta reprise, che verrà utilizzata da tantissimi altri gruppi in seguito e che dà un senso di continuità all’album; è la ripresa del brano d’apertura con un testo differente eccettuato il ritornello.

John Lennon

La Sgt. Pepper’s Club Band torna sul palco per congedarsi dal suo pubblico e per ringraziarlo per essere intervenuto, il pezzo finisce tra gli applausi ai quali si attacca il capolavoro di tutto l’album, “A Day in the Life”, che vede la luce dal dualismo Lennon/McCartney.

Una chitarra acustica introduce un testo che si articola con una struttura insolita, una sequenza di nuclei narrativi sviluppati secondo un’idea circolare; è la parte scritta da Lennon, che si ispira a un fatto realmente accaduto, ovvero la morte di un deputato della camera dei Lord in un incidente stradale.

Naturalmente il tutto è rivisto nel tipico non-sense lennoniano, aggiungendo riferimenti  antimilitaristi.

Alla fine della strofa, scompare la base ritmica originaria, sostituita da un magnificente crescendo di orchestra che si conclude con un pianoforte che batte un tempo più veloce della prima parte.

Il ritmo, swingeggiante segna un senso di dinamicità e rottura rispetto al precedente, ma riesce incredibilmente a ricondurlo senza contraccolpi all’interno della ritmica originale in cui si svolge l’ultimo verso, ancora cantato da Lennon.

Segue quindi, ancora una volta, il crescendo orchestrale, che arrivando allo spasimo si conclude con un accordo di pianoforte suonato violentemente che scema in dissolvenza.

Una dissolvenza di moltissimi secondi a cui si dovette lavorare per giorni, dal momento che non esistevano diavolerie elettroniche per produrre quello che oggi puo’ fare chiunque, anche con le tastierine per bambini, ma che allora richiedeva moltissime ore di lavoro, di ingegno e di intuizioni.

Nonostante ciò, non sempre il risultato è perfetto.

“Sgt. Pepper’s” esprime appieno il clima di cambiamento e di anticonformismo che si viveva in quegli anni, i Beatles stravolsero ogni regola e con questo album rivoluzionarono anche il lavoro in studio di registrazione che divenne lungo ed estenuante, ma originale e creativo come mai prima era accaduto. 

I testi abbandonano le tipiche tematiche adolescenziali come il binomio “cuore-amore” per affrontare temi introspettivi, esitenziali, esperienze “metafisiche” ed eventi direttamente vissuti dai protagonisti o riscontrabili nelle cronache dell’epoca. 

The Beatles

Una produzione senza precedenti, insomma, sia dal punto di vista estetico sia da quello contenutistico.

Un’accuratezza e una precisione nei particolari che non era mai stata vista in un prodotto di intrattenimento “popolare” destinato al consumo di massa.

Con “Sgt. Pepper’s”, la musica pop si sdogana finalmente dal ruolo marginale, accessorio e meramente leggero che l’aveva caratterizzata fino ad allora ed entra a pieno titolo nelle forme dell’opera d’arte.

Leggi altro di Stefano De Crescenzo

Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.