Il biodigestore è un impianto di riciclaggio per smaltire rifiuti: provocano danni alla salute della popolazione?
Il biodigestore
Il biodigestore è un impianto di riciclaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici, che vengono trasformati in energia.
Si tratta di una nuova tecnologia che in Italia è già presente soprattutto al Nord.
L’osservatorio ambientale mette in guardia dai rischi per la salute.
L’impianto trasforma i rifiuti organici, e miscelandoli con batteri, si ottiene così una miscela detta biogas, un combustibile per la produzione di energia elettrica o termica. Questi impianti sono stati presentati come fonti rinnovabili, in quanto ridurrebbero le emissioni di gas serra.
Attualmente in Italia sono presenti circa 1300 impianti biodigestore, presenti in maggioranza nelle regioni del Nord Italia.
I rifiuti organici aumentano, per cui si sono cercate alternative allo smaltimento.
Quello che viene ottenuto in queste centrali, può essere utilizzato per produrre energia oppure concime per l’agricoltura.
Secondo l’osservatorio Ambientale, il biodigestore non è innocuo.
Ad esso viene accostato la parola bio, solo per attribuire il sistema alla green economy, poichè le imprese appaltatrici di tali opere, godono di generosi incentivi statali.
Anche i concimi ottenuti e sparsi sui campi, hanno ripercussioni serie sugli animali e sui terreni, inquinando le falde acquifere, entrando così nella catena alimentare.
Alcuni dati
Il biogas ottenuto inquina, la combustione può dare origine a spore.
Nel 2011 la Germania fu interessata da una epidemia da escherichia coli.
Alcuni ricercatori tedeschi attribuirono l’epidemia alla presenza di centrali biogas.
Da non tralasciare gli incidenti, in genere incendi ed esplosioni con conseguenze disastrose, con sversamenti nel terreno che richiedono una bonifica della durata di circa 15 anni, e contaminazione dell’aria, con dispersioni di gas in atmosfera, simile ad una puzza di uova marce che disturba la normale quotidianità, un BIOCIDIO.