Girl Power: la rivoluzione comincia a scuola è il nuovo film Netflix che parla di femminismo, rispetto e sorellanza. Un film assolutamente da non perdere e di cui vi lasciamo la recensione!
Girl Power: la rivoluzione comincia a scuola – la trama
Girl Power: la rivoluzione comincia a scuola è tratto dal romanzo del 2017 Moxie dell’autrice Jennifer Mathieu. Il film scritto e diretto dall’attrice e comica Amy Poehler è un’autentico manifesto per mostrare cosa sia il femminismo e il vero girl power.
Vivian (Hadley Robinson) è un’adolescente timida, trascorre il tempo con la sua amica Claudia (Lauren Tsai) e a scuola cerca di farsi notare il meno possibile. Sua mamma Lisa (Amy Poehler) è un’infermiera e una femminista di terza generazione, cresciuta a suon di canzoni delle Bikini Kill e con il desiderio di distruggere il patriarcato. Le due non potrebbero essere più diverse, ma il retaggio materno tornerà utile a Vivian quando si renderà conto che a scuola le cose non vanno come dovrebbero.
Non soltanto le ragazze sono prese di mira da sottile sessismo, ma sono schedate in una lista, creata dal belloccio di turno Mitchell (Patrick Schwarzenegger). Le autorità della scuola sembrano insensibili alla situazione, ma non Vivian. Ispirata da una nuova compagna di classe Lucy (Alycia Pascual-Pena), fonda una fanzine ‘Moxie’ e anonimamente la diffonde a scuola. Diventerà l’inizio di una vera rivoluzione per la parità di genere.
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Rebel girls
Come cantano le Bikini Kill: “That girl, she holds her head up so high/I think I wanna be her best friend” ed è su queste basi che si sviluppa l’intero teen movie. Girl Power- la rivoluzione comincia a scuola è un film leggero, ironico e che celebra la potenza del femminismo di quarta ondata, quel femminismo intersezionale (da una definizione della giurista e attivista Kimberlé Crenshaw) che abbraccia non soltanto le donne bianche, ma anche quelle della comunità nera, latina, le donne trans, disabili. Uno dei pregi del film è quello di essere estremamente didascalico, perché mostra in concreto perché ancora oggi sentiamo la necessità di combattere e di far sentire la nostra voce. In tal senso è un ottimo film da guardare se ci si approccia al femminismo intersezionale per la prima volta.
Vivian, Lucy, Claudia e tutte le ragazze a scuola vivono una condizione di evidente disparità e discriminazione di genere: il maschio bianco etero di turno, Mitchell esercita su di loro la sua misoginia e i suoi abusi, con il beneplacito della scuola. Non solo, quando Lucy si lamenta del suo comportamento, le viene esplicitamente detto che utilizzare parole come ‘abuso’, ‘violenza’ sono troppo estreme: dopotutto, Mithcell è solo un ragazzo e quello che fa è un gioco di ragazzi. Inoltre, se la squadra di rugby maschile riceve attenzioni e fondi, non si può dire lo stesso di quella maschile, che tra l’altro vanta numerose vittorie rispetto all’altra.
Sfruttando una struttura narrativa e un contesto ben conosciuto, quello scolastico, con tutti i suoi tropoi, il film riesce nel suo intento di mostrare anche il passaggio dal femminismo di terza ondata a quello di oggi, nella coppia madre figlia Lisa e Vivian.
Misoginia e alleanza con il mondo maschile
Ecco la profonda misoginia della nostra società, in cui non soltanto sminuiamo la voce femminile e le autorità sostengono l’abuso. Il film denuncia con esempi di vita quotidiana una condizione che le donne di oggi non sono più disposte ad accettare. La chiamata alle armi avviene grazie a Vivian, la ragazza più innocua della scuola, secondo la lista creata da Mitchell. Il film celebra la rabbia femminile come potente motore di azioni propositive. Impensabile che le ragazze della scuola possano continuare a restare in silenzio, quando i loro diritti di donne ed esseri umani vengono così brutalmente calpestati.
Un’altra qualità positiva del film è che mostra come anche gli uomini dovrebbero avvicinarsi a queste tematiche: il personaggio di Seth Acosta (Nico Haraga), non solo diventa l’interesse amoroso di Vivian, ma anche un potente alleato nella lotta contro il patriarcato.
Un film importante ma non perfetto
Pur essendo un ottimo film, soprattutto se lo pensiamo rivolto alla fascia di adolescenti di oggi, il film presenta delle criticità importanti. Innanzitutto, la protagonista è sempre una ragazza bianca, etero, cis e abile, il prototipo della ragazza tipica americana. Inoltre, sebbene le voci delle altre ragazze nere siano ascoltate, così come quelle di una ragazza trans (gruppo estremamente marginalizzato), non si può dire lo stesso per la voce dell’unica ragazza disabile della scuola. Il suo personaggio compare poche volte e sembra essere lì più con la funzione di token narrativo, un semplice pretesto per definire inclusivo il film. Questa mancanza di approfondimento dei suoi problemi e della sua storia ha generato numerose critiche da parte di attivisti disabili. Inoltre, la rappresentazione dei corpi è molto omogenea: quasi tutte le ragazze hanno corpi magri, mentre è assente un vero personaggio grasso, persino tra le comprimarie.
Questa mancanza di inclusività, in un film che ha al centro il femminismo di quarta ondata, non può che far storcere il naso, perché ci si aspetterebbe un maggior impegno nel dare voce non solo alle donne bianche, ma anche alle altre donne di comunità che per anni sono state messe agli angoli della società.
In generale, tuttavia, Girl Power- la rivoluzione comincia a scuola è un film piacevole da guardare, in grado di emozionare e dare voce a problematiche che sono sempre più pressanti da affrontare per tutto il mondo femminile e non solo. Il film è disponibile su Netflix e vi consiglio di non perderlo!