Il manicomio di Aversa è solo uno dei tanti ospedali psichiatrici chiusi e finiti nell’abbandono dopo l’entrata in vigore della cosiddetta “Legge Basaglia”.
Ospedale psichiatrico di Aversa “Santa Maria Maddalena”
II più grande e antico manicomio, in epoca moderna.
Collocato nel confiscato convento della Maddalena, una struttura di centinaia di metri quadrati, e quindi il primo vero manicomio d’Italia, dove lavorarono i più celebri Medici specialisti di malattie mentali.
Nacque come luogo di cura e riabilitazione, ma divenne ben presto un orribile posto di reclusione e di tortura.
Qui fu creata la struttura a padiglioni e una divisione per patologia. Nel 1978 con la legge 180, conosciuta come Legge Basaglia, l’ospedale psichiatrico fu svuotato e chiuso definitivamente nel 1999.
La fine di un’epoca
A più di venti anni dalla chiusura, l’ex manicomio di Aversa è in uno stato di totale abbandono.
L’edificio originario è più antico, è fatiscente, con gravi segni di cedimento strutturale.
Nello stesso stato sono anche la chiesa ed il chiostro di epoca rinascimentale.
Entrare all’interno di questa struttura polverosa e poco illuminata, ti lascia un senso di angoscia.
Cenni storici
La sede manicomiale del Regno di Napoli, in origine era ubicata nell’ospedale degli Incurabili.
Già in età borbonica ci si accorse della sua inadeguatezza e quindi la necessità di creare spazi appositamente attrezzati.
La “pazzaria” degli incurabili venne chiusa e creata la prima struttura esclusivamente per la cura e al ricovero dei malati psichiatrici, con un secolo di anticipo rispetto alla futura Italia unita.