Dar es Salaam, Cerasie’ si’ fesso!

Corno d’Africa una nazione chiamata Tanzania che ha per capitale Dar es Salaam
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Durata della lettura: 3 Minuti

Dar es Salaam, Cerasie’ si’ fesso!

Oggi vi porto a ridosso del Corno d’Africa una nazione chiamata Tanzania che ha per capitale Dar es Salaam che vuol dire Casa della Pace

Ciao leoni della tastiera, si dico a voi, terroristi delle Bufale social, spero non siate i soliti stringiculo che tengono per se queste storielle che Cerasiello vi sforna di notte.

Detto ciò; non diventerò mai un Radical chic, anche perché non posseggo il Rolex e quindi mi giocherò il titolo di Giornalista su questo portale di Omniadigitale!

Fate conoscere tra i vostri compari e comari queste storielle che arricchiranno senza dubbio la vostra misera cultura fatta nelle sale di attesa del vostro dentista.

Mi chiedo semplicemente; ma come ha fatto quel babbeo del mio alias ad ottenere oltre 2,5 milioni di visualizzazioni per un video in cui denunciava il furto della sua Panda rubata proprio dietro il monumento dedicato al grande Totò?

Non vi somministro il solito sermone, questo compito lo lascio al Buon Don Giacomo che ha studiato più di me e di voi tutti messi insieme.

Oggi vi porto a ridosso del Corno d’Africa una nazione chiamata Tanzania che ha per capitale Dar es Salaam che vuol dire Casa della Pace, nell’atrio del Hayatt Regency il top degli alberghi sotto il Kilimangiaro, attendevo il mio autista che mi avrebbe portato in giro per acquisti di oggetti tipici da portare alla mia dolce Puppenella.

Seduto in una comodissima poltrona della hall e sorseggiando un buon caffè alla cannella, mi vedo nel mirino di una stupenda dea nera.

Sorride e volando atterra nella poltrona esattamente di fronte a me.

Ora voi tutti sapete che circa vent’anni fa ero un grandissimo produttore di testosterone, quindi assumo un atteggiamento da sciupafemmine e con voce suadente pronuncio in perfetto inglese: Hello my sweety, che posso fare per te?

La bella masai alta quasi due metri sforna un sorriso bianchissimo che tra le labbra di moretta scintillavano come avorio agli occhi dei cacciatori di elefanti!

Mi dice che si chiama Ebonee e che si sente sola.

Oramai avevo cambiato i miei piani del pomeriggio, le suggerisco un tuffo in piscina e lei prontamente e con rammarico mi dice che non possiede un costume da bagno.

Mi alzo, la prendo per mano e la porto, falcando l’intero salone, dal concierge dell’albergo.

Mo’ nun non fate gli ignoranti; ‘O concierge è il portiere che è anche nu factotum, vuje tenite nu prublema e isso vo risolve.

Le propone subito un Speedo, me la ritrovo dopo un quarto d’ora vestita dai tre triangoli bianchi su pelle nera.

Guardandola pensavo alla prova costume della mia consorte che mi aveva tenuto fuori dal camerino per circa venti minuti imprecando che la taglia era la sua, ma che nun traseva, bestemmiava le numerose fette di pastiera che aveva insaccato a Pasqua! Ebonee non aveva quel problema, anzi dalle fettucce che legavano il misero triangolino abbondavano sulle lunghe cosce scolpite dalla maestria del Bernini su marmo nero di marquinia.

Mamma do Carmine, teneva un ventre piatto che si sarebbe potuto giocare a calcio, le lunghe braccia allungate lungo il corpo lasciavano spazio al suo vitino da vespa e parevano due lunghi tiranti viene-a-mme, viene-a-mme!

Allungati su due chaise sotto un ombrellone di paglia mi sciorina un po’ di se: Era nientepopodimeno che era stata Miss Tanzania 1999 che in Africa è difficilissimo ottenere una copertina ecc.

Dopo numerosi tuffi, mi annuncia che ha fame, le propongo nu spuntino in camera che accetta prontamente.

Con l’eleganza alla Cary Grant le apro la porta della lussuosa suite e le suggerisco di ordinare lei, qualcosa da mettere sotto i denti.

La sento che chioccia con lo sforna-tutto in swahili qualcosa che non capisco, dopo un po’ avverto la porta e il garçon (‘o garzone) in livrea trascina nu carrello.

Ma che era nu banchette matrimoniale?

Non vi dico che se magnaje!

Facevo prima a pagarci una mise di Versace!

Quando firmai l’addition, capii che mi stavo attendando di brutto al mio conto corrente.

Presi il portafoglio per omaggiare ‘o sciaccuapiatte quando una foto di Puppenella cadde per terra.

La presi subito nascondendola alla sua vista e la riposi tra i dollari.

Avevo capito!

Approfittando della sua assenza in bagno, le scrissi un biglietto: Ebonee, sei troppo per me ed io songhe spusate mannaggia a mme!

Uscì dal bagno in accappatoio bianchissimo senza averlo legato, quello che avevo intravisto era abbastanza da meritarmi l’inferno nel girone dei lussuriosi.

Si era allungata sul letto sbadigliando un paio di volte, le dissi che sarei sceso per fare alcune telefonate alla Delegazione, misi il biglietto in una busta aggiungendo una banconota con l’effige di Franklin ben in vista, spensi la luce e scesi.

Dar es Salaam, Cerasie’ si’ fesso!

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Author: Cerasiello - Gaetano Ponticelli

Cerasiello, alias Gaetano Ponticelli, nasce mentre giravano “L’Oro di Napoli”, in via Cancello a Casalnuovo di Napoli, il dottore lasciando il forcipe, disse: Battezzatelo subito. Si prese un sacco di soldi all’epoca e Nanuccio per quell’enorme somma, decise di campare. Scuole ne ha fatte tante, molte di esse di natura militare nella sicurezza per la segretezza dello Stato. La laurea? L’ha presa nei cortili di Casalnuovo tra escoriazioni di ginocchi, pugni al naso e girando il globo visitando e lavorando in oltre 125 Paesi. Spicca Inglese e Francese a campaniello. Ora si crede uno scrittore! Si diletta a seminare sorrisi sulle pagine social. Ha un nuovo fegato da oltre un anno e si gode i tramonti sul Trasimeno gestendo con la sua amata Giuseppina un piccolo BB. Ha cresciuto i suoi figli a Casalnuovo in Via Roma e nel 1980 è balzato alla cronaca per aver voluto il primo monumento in Italia al grande Totò.