Commemorazione dei Defunti, pregustare le realtà ultime della fede cristiana
Oggi la Chiesa commemora i fedeli defunti, giorno radioso ed ultimo in cui ogni parte del corpo mistico di Cristo sente i benefici influssi della morte e risurrezione del suo Signore.
Ricordare i morti significa pregustare le realtà ultime della fede cristiana, significa vivere la santa comunione con gli Angeli e i Santi.
Oggi si compie ancora più visibilmente il mistero di Dio che fa partecipe la creatura al suo immenso amore redentivo e santificante.
Durante la celebrazione eucaristica ogni credente entra nel circuito della familiarità di Dio; si immerge negli affetti divini capaci di trasformare anche i cuori più duri e insoddisfatti.
Si tocca con mano che non siamo soli nell’ universo, ma Dio ci accompagna e ci precede nel cammino della vita.
Quando eleviamo il canto del Santo, percepiamo che tutte le realtà create ed increate gioiscono e ringraziano Dio, perché non ha risparmiato suo Figlio per amore nostro.
È condisceso nell’umana natura per ascoltare ancora una volta il grido di dolore che si elevava dal profondo del cuore.
Un Dio d’amore che offre la sua salvezza ad ogni uomo ed ad ogni donna di buona volontà.
Proprio nel partecipare al mistero eucaristico diventiamo coscienti della nostra fraternità; sentiamo che l’amore è più forte della morte.
Dinanzi alle tombe non vogliamo ricordare il passato ormai lontano, bloccato dal duro marmo della morte, ma vivere nel presente l’unione con Cristo in cui il nostro caro sperimenta la vicinanza di Dio Padre.
L’amore, dunque, non si trasforma in tristezza e in nostalgia, ma in una profonda fede nella Risurrezione.
Sì, io credo Signore che Tu sei la Risurrezione e la vita e chi crede in Te ha la vita eterna.
Spesso vogliamo dimenticare che tutto si ricapitola in Lui: i nostri sentimenti, le nostre delusioni, i nostri peccati, la vita stessa.
Siamo convinti di vivere oggi eternamente.
In questo modo non ci apriamo alla sua Persona che ci conduce a gustare la misericordia del Padre.
Il ricordare i nostri cari defunti non solo è un atto di pietà, ma è segno della nostra fede nel Dio della risurrezione, segno sicuro di speranza, perché annunciamo che il vangelo di salvezza ci guiderà al regno promesso del Padre.
Non possiamo, dunque, non pregare per coloro che sono dimenticati dagli uomini; non possiamo non offrire i nostri sacrifici per coloro che nell’ ardente amore di Dio sono purificati per contemplare nell’ eternità il suo volto.
Educare alla preghiera per i nostri cari ci condurrà sempre più a gustare nel tempo le gioie promesse nella risurrezione di Cristo, a risvegliare lo spirito a cose alte, al contemplare il Regno.
Archivo Meditazioni di Don Giacomo Equestre
Foto: Ambito apuano sec. XVIII, Altare dei defunti con colonne nere