Il Cavallo di Troia è una nave con la prua a forma di cavallo.
Recenti studi dell’archeologo italiano Francesco Tiboni rischiano di mettere in crisi uno dei miti più famosi della storia greca, quale il celeberrimo cavallo di Troia.
Sembrerebbe infatti che nel greco arcaico dei tempi in cui Omero scrisse l’Iliade, il termine HIPPOS stesse a significare una NAVE con la prua a testa di cavallo, cosí come in altri casi invece la prua si caratterizzava della presenza di figure mitologiche come le sirene ,o divinità varie.
Una vera e propria nave ,inoltre avrebbe consentito maggiormente di nascondere, nelle sue stive, un grande esercito ,che guidato da Ulisse, quella fatidica notte, avrebbe incendiato Troia ed ucciso ogni suo strenuo difensore.
Se Cassandra ,la profetessa inascoltata ,fosse stata giudicata saggia , da quel ventre nefasto non sarebbe fuoriuscito l’esercito, e l’astuzia di Ulisse non avrebbe avuto la meglio.
Ma in quel caso non si sarebbe adempiuto il fato in base al quale il principe troiano Enea sarebbe giunto sulle coste laziali a fondare la città di ALBALONGA, sulle cui rovine Romolo avrebbe poi fondato Roma, nel 476 a.C..Ergo ROMA é la nuova città di TROIA che risorge in territorio laziale e che eredita l’impronta culturale del mitico mondo greco.
I Romani hanno sempre ,sia pur latentemente, voluto credere di essere gli eredi di un glorioso popolo da cui hanno attinto ogni aspetto culturale, religioso, e di cui studiavano la lingua e la filosofia. Una nave o un cavallo, dunque quella fatidica notte ha deviato il corso della storia e la nostra Roma , tra quelle fiamme, ebbe il suo atavico germe.