Capri Extravaganza – Presentata la collezione Primavera-Estate 2024 di Daniela Danesi
La recente presentazione della collezione Primavera-Estate 2024 di Daniela Danesi a Capri ha segnato un momento indimenticabile nel calendario della moda, un vero e proprio extravaganza che ha catturato l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori da tutto il mondo. L’isola di Capri, con il suo fascino senza tempo e i suoi panorami mozzafiato, ha fatto da cornice perfetta a questa rivelazione, offrendo un’ambientazione che ha esaltato ancor più la vivacità e l’eleganza delle creazioni di Daniela Danesi.
Asimmetrie fluide e fogge austere o sensuali, finanche orientali, tessuti impalpabili, sinuosi, quasi liquidi o più strutturati e plissè, superfici satin e luci ultrashine, tinte sature ed energiche o invisibili e ton sur ton, stampe floreali tra canvas impressionista e blooming anni ’60, textures ora ipergrafiche a righe e cross-patch quasi optical e ora dipinte come tele moderne ispirate da Mondrian a Pollock.
Si intitola “Capri Extravaganza” la Primavera-Estate di Daniela Danesi, perché in sessanta maquettes femminili riedita e rievoca certi simboli indelebili dell’Isola Azzurra, di cui suggerisce atmosfere, colori e natura così come fasti storici, icone di stile e attori di quella “dolce vita” all’ombra dei Faraglioni: dalle eccentriche vacanze della Marchesa Luisa Casati Amman nei primi del ‘900 alla mitica “Mare Moda Capri” del Conte Rodolfo Crespi e la sua musa Consuelo O’Connor a fine anni ’60 tra Certosa, Marina Piccola, Anacapri e teatro del Quisisana, Capri resta un salotto memorabile dove stelle del cinema, scrittori, uomini di cultura e poeti hanno intrecciato le loro vite sullo sfondo di scenari magnifici.
Icone degli anni migliori Jackie Kennedy che si spogliava dai suoi impegni di first lady e vestiva la moda caprese, o Brigitt,e Bardot che girò “Il Disprezzo” a Villa Malaparte, sempre immortalata dai paparazzi, o Maria Callas che amava sostare nei bar della piazzetta o in via Camerelle con i suoi grandi occhiali scuri.
Un codice non scritto, il dress code caprese è diventato negli anni tendenza intramontabile e da quel tempo ha mantenuto questa capacità di attrarre e stimolare i personaggi più estroversi e gli spiriti più liberi, che sceglievano l’isola per rappresentarsi al di fuori delle convenzioni, in totale libertà e trionfi di lusso eccentrico.
Sul runway della designer partenopea un alternarsi moderno e suggestivo di elementi visivi: tessuti di appeal ruvido mixati con sete bianche e colori naturali, grandi fantasie art nouveau rivisitate coi colori della sabbia bagnata o i toni silenziosi di verde sottobosco, salvia e menta; le righe dei completi da spiaggia trasformate in un caleidoscopico che anima lunghi fluttuanti e ampie casacche luminose; completi soirèe con piccole giacche squadrate e cappottini a kimono in energici ensamble comatici come giada e tabacco, grigio perla e verde acido, blu cina e cipria, blu notte e verde smeraldo, ciclamino e turchese; stoffe pregiate come il mikado sablè, il satin di seta, il cadì envers satin; stampe che riportano al fluttuare delle alghe marine, ai giochi di luce del mare e alle generose nuance dei giardini capresi.
Note preziose sugli abiti più ricercati, i ricami: concepiti come gioielli che si stagliano tridimensionali, sottolineano la miscela di tradizione, innovazione e ricercatezza di questa collezione e la sua essenza di cultura e artigianato, cifra imprescindibile del miglior made in italy.