Nel pieno centro storico di Padova si trova un sito museale che ospita un ciclo di affreschi di Giotto risalenti ai primi anni del XIV secolo: la Cappella degli Scrovegni, patrimonio di bellezza storica e culturale.
La cappella degli Scrovegni fu fatta costruire da Enrico degli Scrovegni, figlio di un ricchissimo usuraio padovano.
Questi acquistò un terreno sito sull’antico anfiteatro romano, l’idea di edificarvi una piccola cappella dedicata inizialmente a Santa Maria della Carità, solo dopo chiamata Cappella degli Scrovegni.
La cappella considerata una dei più alti capolavoro del della pittura del 300 Italiano ed Europeo.
Tutti gli affreschi del Maestro Giotto narrano in un modo unico, geniale, irripetibile le storie della Madonna e di Cristo.
Le decorazioni pittoriche della cappella sono ritenute grandiose per la complessità dei cicli di affreschi e la linearità del racconto, la bellezza usata per la prospettiva ancora poca utilizzata per l’epoca.
Le pareti della navata bassa ci sono rappresentai un alto zoccolo di finti marmi con una visione assai realistica, nicchie con allegorie dei Vizi e delle virtù dipinte in monocromo.
Nella parte alta si trovano le grandi scene figurate tutte rigorosamente narrative, riguardano la storia di Gioacchino e Anna (genitori della Madonna).
A destra dell’altare la storia di Maria e di seguito quella di Gesù, iniziando dall’arco trionfale dell’altare in alto, il grande ciclo nella cappella degli Scrovegni si conclude con la raffigurazione del Giudizio universale dipinto sulla facciata centrale.
Un’esperienza visiva formidabile di un realismo incredibile tutto bilanciato da prospettive simmetriche perfette, tutti personaggi e volti rappresentati trasmettono un unico linguaggio universale.
Una curiosità, si diceva che in una chiesetta di Barcellona si trovava il primo affresco sconosciuto dipinto ad olio e che risalga al 1344.
Bene, nell’affresco del Battesimo di Cristo la colomba dipinta ad olio da Giotto tecnica estremamente difficile per l’epoca, risale esattamente a 39 anni prima .
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