Il caffè, più di una semplice bevanda, rappresenta un punto d’incontro per la nostra quotidianità, specialmente a Napoli. Nella città partenopea il caffè è tradizione, cultura e interazione. Ma come nasce e qual è la sua storia?
I salotti letterari, precursori dei moderni caffè letterari, affondano le radici nell’antica Grecia, nei simposi dell’élite. Col tempo, questi incontri diventarono fucine di nuove idee e pensieri, assumendo un tono più borghese nel XVI secolo. Oggi, nonostante la diffusione di internet e dei social media, il fascino dei caffè storici e delle loro tradizioni culturali continua a essere forte. E soprattutto a Napoli, naturalmente.
Nonostante le sfide iniziali, questa bevanda è diventata un punto fermo a Napoli dove, tra il Settecento e l’Ottocento, ne esistevano più di cento. Lungo via Toledo, si potevano trovare luoghi raffinati frequentati da intellettuali e nobili, ma anche luoghi più popolari per il tempo libero. A Parthenope il caffè era più di una bevanda: era un luogo dove le discussioni letterarie si trasformavano in nuove idee. Numerosi locali hanno resistito al passare del tempo, come il Gran Caffè Gambrinus, nato nel 1890, che ha ospitato personaggi illustri come Totò e Jean Paul Sartre. Ancora oggi è un punto di ritrovo per intellettuali e artisti. Anche Piazza Bellini ospita diversi locali come, ad esempio, il Caffè Intra Moenia e Caffè della stampa, che combinano cultura e svago.
Il caffè a Napoli ha anche ispirato opere teatrali, diventando parte integrante della cultura. Edoardo De Filippo, maestro del teatro napoletano, ha dato a questa bevanda un ruolo centrale in opere come “Natale in casa Cupiello” e “Napoli Milionaria”. A questa bevanda sono state dedicate canzoni di artisti del calibro di Fabrizio De Andrè e Pino Daniele. Ancor prima Giuseppe Capaldo, che ha esordito con “Comme facette mammeta”, ha scritto “’A tazza ‘e cafè”. Questa è forse la più antica canzone che gli è stata dedicata e che è stata cantata da numerosi artisti come Roberto Murolo, Claudio Villa, l’Orchestra Italiana di Renzo Arbore.
In conclusione, i caffè napoletani hanno resistito al cambiamento dei tempi grazie anche a incontri letterari promossi da case editrici o alle iniziative di associazioni. Questi luoghi continuano a offrire un’opportunità per immergersi nella cultura e nella storia che li ha resi unici.