“Branduardi Canta Yeats”, è l’album di un’artista che, ad un certo punto della sua carriera, ha avuto il genio e la brillantezza, ma anche il coraggio, di concentrarsi sulle basi sostanziali del cantautorato e mettere da parte il resto, siamo infatti nel 1986, quando la musica elettronica era padrona della scena musicale.
Le poesie di William Butler Yeats, accuratamente tradotte in lingua italiana da Luisa Zappa-Branduardi, hanno plasmato un canto, due chitarre, un violino, percussioni.
Delicati arrangiamenti d’archi hanno contribuito alle sonorità di un grande disco che ha soddisfatto non solo i fan e i critici del cantautore, ma anche i cuori e le orecchie di molti nuovi ascoltatori della “produzione” di Branduardi.
In questo bellissimo disco abbiamo il piacere di ascoltare il maestro, in un ambiente acustico con due chitarre ( lui e il grande Maurizio Fabrizio ),un tocco di percussioni e, come accennato, sottofondi di archi aggiunti con molta sensibilità.
IL DISCO di Branduardi
Branduardi e Fabrizio sono una coppia perfetta sulle chitarre acustiche.
Sembrano fatti l’uno per l’altro, comprendendosi ciecamente, completandosi a vicenda in una sorprendente sensibilità e musicalità.
Si percepisce un’atmosfera come se fossero seduti nella tua stanza, suonino solo per te e per la gioia di pochi intimi.
Puoi quasi vederli cadere in trance nel brano , “Il mantello, la barca e le scarpe” o il brano di apertura I cigni di Coole , senza troppi pensieri per la testa, mentre le loro dita continuano magicamente a suonare in modalità virtuosistica.
La bellezza melodica di “Nel giardino dei salici”, l’atmosfera ammaliante de “La Canzone di Aengus, il Vagabondo” (una composizione di Donovan e forse il punto di partenza per tradurre le poesie di Yeats in lingua italiana), le finezze su “Quando tu sarai…” ( una variazione sulla melodia de “La sposa rubata” dall’album “La Pulce D’Acqua”), il paesaggio sonoro sognante e carico di archi di “Innisfree,l’isola del lago”, modellano lo stato d’animo meditativo dell’insieme che crea uno stato di profonda riflessione su tante tematiche della vita.
Un “aviatore irlandese prevede la sua morte” è il brano forse piu emotivo del disco, una potentissima lirica che racconta il concetto di “ seguire il proprio destino” e le sue conseguenze.
Tutto questo è fatto per raggiungere il cuore dell’ascoltatore e afferrarlo proprio come un ladro furtivo che non ha dato tempo di capire cosa stesse succedendo.
Da ascoltare assolutamente.