Un viaggio tra i ricordi di Beppe Fiorello, l’attore siciliano e le canzoni di Modugno, tra l’infanzia in provincia di Catania e il rapporto con la famiglia.
Un viaggio intenso, profondo, a tratti ameno, a tratti toccante, che parte dal profondo Sud e attraversa l’Italia intera, che vola sull’infanzia, le origini, le vicende buffe, quelle dolorose e altre incredibili e divertenti.
Tutto questo ad opera di Beppe Fiorello, protagonista della serata evento “Penso che un Sogno Così”, andato in onda ieri sera su Rai1.
Un intenso e commuovente racconto basato su temi universali come la famiglia, il lavoro, il progresso e l’immigrazione dei nostri nonni.
Giuseppe Fiorello in un “volo immaginario” a portato i protagonisti della sua vita ad uscire dalla memoria, li ha portati in scena e ha reso il pubblico partecipe di un emozionante gioco di specchi tra lui e il padre.
Ha condotto in parallelo un racconto sulla crescita musicale del grande Domenico Modugno che, con le sue canzoni, ha accompagnato la vita della famiglia Fiorello.
Sul palco, oltre ad un corpo di ballo straordinario, anche due bravissimi musicisti con due sole chiarre: Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma.
Con Beppe Fiorello il fratello Rosario, Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Eleonora Abbagnato, Serena Rossi e Francesca Chillemi.
Eleonora Abbagnato, Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Serena Rossi, Francesca Chillemi e Rosario Fiorello hanno accompagnato Giuseppe Fiorello.
Attraverso le musiche di Modugno, Beppe ha creato un filo conduttore tra lui e suo padre che è stato il vero protagonista di questa storia.
La Genesi
Il filo conduttore ha avuto inizio da un aneddoto in cui lo spesso Giuseppe ascoltò da bambino un brano di Modugno per via di un personaggio bizzarro del suo paese di origine che gli regalò un suo disco, fino ad arrivare al presente, mettendo in scena il tema del destino che volle Giuseppe Fiorello interpretare Modugno in un film per la tv “Volare – La grande storia di Domenico Modugno”, andato in onda nel 2013.
Le canzoni e i racconti
E’ stato eseguito un repertorio di brani molto vasto tra cui canzoni meno note, cantate e suonate dal vivo, si è raccontato di incontri importanti come quello con Pasolini.
Sono stati trattati temi anche forti senza mai spiegarne il metamorfico significato ma ha lasciato liberi i telespettatori di crearsi un loro immaginario.
Un racconto che Giuseppe Firello ha dedicato esclusivamente alla madre Sarina, l’unico grande amore di suo padre”.
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