Anoressia e squilibri intestinali potrebbero essere collegati

Anoressia e squilibri intestinali potrebbero essere collegati
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Diversi studi in materia hanno riscontrato una correlazione tra squilibri della concentrazione di microbi intestinali (o disbiosi) e disturbi gastrointestinali in diverse malattie, tra cui l’anoressia. Si tratta di un disturbo dell’alimentazione che può compromettere in modo significativo la vita di una persona. In Italia l’anoressia ha una prevalenza dello 0,2-0,8%.

In un nuovo studio, pubblicato a gennaio sulla rivista Gut microbes, i ricercatori hanno analizzato per la prima volta i campioni di feci e i dati clinici di 56 pazienti ospedalizzati tra i 12 e i 20 anni e li hanno confrontati con i campioni di 34 volontari sani tra i 14 e i 19 anni. I risultati hanno confermato un’alterazione della flora batterica intestinale (o microbiota), con una perdita rilevante delle specie buone, soprattutto in relazione alla fame acuta e alla diminuzione del peso. La situazione non è migliorata neanche in seguito al trattamento ospedaliero.

I punti chiave dello studio sull’anoressia

La ricerca ha evidenziato una diversità di specie batteriche dai pazienti e alle persone sane, ma anche all’interno dello stesso paziente in momenti differenti (durante il ricovero in ospedale, al momento della dimissione e dopo un anno di follow-up o sorveglianza post-trattamento). Anche nei pazienti che avevano recuperato peso dopo un anno, la composizione dei batteri non è tornata alla normalità. In caso di recidiva (ritorno della malattia), la situazione nei pazienti era simile a quella al momento del ricovero.

Il trattamento ospedaliero influenza la diversità batterica

Il trattamento ospedaliero, che prevedeva un aumento graduale delle calorie e del peso tarato su ogni paziente, contribuiva a un ripristino della presenza dei batteri intestinali. Tale differenza era legata soprattutto al tipo di alimentazione: i pasti in ospedale erano più ricchi rispetto a quelli consumati a casa. Molti pazienti, infatti, dopo il rientro a casa, tendevano a perdere di nuovo peso e, di conseguenza, anche la concentrazione di specie benefiche per l’intestino. Prevalevano, invece, batteri come l’Escherichia-Shigella produce una proteina legata all’anoressia e che può aumentare l’ansia.

Conclusioni

Secondo i ricercatori esiste un legame reciproco tra composizione del microbiota, andamento del peso e livelli ormonali. Tuttavia, non è chiaro se i microrganismi intestinali abbiano un ruolo nell’insorgenza della malattia e sono necessari campioni più grandi per fornire stime attendibili riguardo il numero di taxa coinvolti e i loro effetti immunomodulatori.

Author: Alessandra Romano

Alessandra Romano nasce a Napoli nel 1999. Laureata magistrale in Comunicazione Scientifica Biomedica e con un master in Giornalismo scientifico presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Scrive articoli per riviste e blog scientifici.