Il 1° dicembre la Food and Drug Administration (FAO) e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) hanno siglato un nuovo accordo a favore della trasformazione dei sistemi agroalimentari nel corso della COP 28 di Dubai. I cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti, soprattutto di quelli degli agricoltori, con periodi di coltivazione sempre più lunghi e rese sempre meno efficienti. E a risentirne per primi sono, come sempre, i Paesi a basso reddito, dove l’agricoltura è spesso la principale fonte di reddito per le famiglie.
In cosa consiste l’accordo
L’accordo promuove l’implementazione della Strategia della FAO sui cambiamenti climatici e sulla Mainstreaming Biodiversity nei Settori Agricoli, che ha lo scopo di rendere l’agricoltura più smart sia dal punto di vista energetico sia da quello digitale. I principali destinatari degli investimenti saranno il Medio Oriente, l’Africa e gli Stati insulari in via di sviluppo. Il patto include, tra l’altro, la Partnership sulle Bioenergie o Global Bioenergy Partnership (GBEP) e la promozione della Climate Smart Agriculture attraverso il progetto congiunto International Alliance for Climate Smart Agriculture (IACSA) tra MASE e FAO.
L’accordo è stato siglato nel contesto del sostegno della FAO alla proposta italiana di accordo sul “Processo di Roma”, che mira a sviluppare un piano quinquennale per stimolare la crescita, gli investimenti e lo sviluppo sostenibile nei paesi ad alto tasso di immigrazione.
Conclusioni
Alla COP28 hanno partecipato realtà del calibro di Beeco, considerato un modello nell’agritech italiano e mondiale, che mira a ridurre le emissioni climalteranti in agricoltura attraverso l’impiego di approcci innovativi come l’idroponica. Secondo il rapporto State of Food Security and Nutrition in the World 2023 nel 2022 735 milioni di persone hanno dovuto affrontare la fame. L’accordo tra la FAO e il MASE cavalca l’onda dell’agricoltura del futuro: più equa, più sostenibile e più resiliente.