A Night at the Opera dei Queen una pietra miliare della musica Rock

A Night at the Opera dei Queen
Durata della lettura: 4 Minuti

Registrato in sei diversi studi spendendo circa 45 mila dollari “a Night at The Opera” dei Queen fu l’album più costoso del suo tempo.

Anno 1975 pubblicato da EMI.

Freddie Mercury realizzò il sogno di registrare un album esteta, barocco, estremo, in puro stile Queen: eccesso degli anni ’70, stravaganza glam, progressive rock, il tutto contornato dall’influenza della musica classica.

Dopo aver cambiato Manager, la band raggiunse una nuova maturità e un nuovo stile . I Queen da li a poco avrebbero finalmente raggiunto il pubblico internazionale. L’album infatti rimase al numero uno delle migliori classifiche del Regno Unito e per quattro settimane consecutive al quarto posto negli USA.

Copertina del Disco

L’ispirazione del nome del disco nacque da una serata in cui la band vide l’omonimo film del 1935 “ a night at the opera”.

Con dodici brani, quattro scritti da Mercury, quattro scritti da May e il resto da Taylor e Deacon, l’album mostra una varietà di stili e diversi “atti” che integrano un ibrido di colonne sonore vintage, musica classica, opera  ed heavy -metal.

 L’album di “Bohemian Rhapsody” insomma, e cosa si può ancora affermare su questo disco che già non sia stato ribadito?

Chiaro fin dall’apertura dell’opera l’intento della Band.

Il disco A Night at the Opera dei Queen

Death On Two Legs”, dopo la stupenda ed ombrosa introduzione diventa un iracondo brano dedicato ad un ex-manager che pare non abbia trattato molto bene la band. Riff accattivante, testo velenosissimo, uno dei migliori pezzi dei Queen. 

L’album prende una piega piu scanzonata e ritmata con il piccolo e divertente brano “Lazing on a Sunday Afternoon”. Riff di chitarra più leggeri e linea di pianoforte predominante, su cui Mercury giustappone i suoi testi. “I’m in Love with My Car” riprende elementi delle due canzoni precedenti e combina entrambe i temi.

Altro brano famosissimo è “You’re My Best Friend”. Il pezzo di Deacon entrò rapidamente in classifica  divenendo una canzone dei “classici Queen”. In questo brano il talento di Deacon non solo brilla di testi affascinanti dedicati a sua moglie, ma presenta anche linee di basso innovative ed accattivanti

Brian May è il “regista” della scrittura delle due canzoni successive “39” e “Sweet Lady”.

Lo space-contry di “39” si allontana dalle tracce precedenti; il chitarrista ideò questa canzone mescolando una chitarra acustica blues nostalgica con una storia ambientata in un futuro fantascientifico.

 Nella canzone successiva, “Seaside Rendezvous” di Mercury, riecheggia il fascino della stravaganza degli anni venti come la stessa  “Lazing on a Sunday Afternoon”. Pianoforte jazz, chitarre eccentriche e divertenti richiami di kazoo, sembrano portarti in una vecchia scena comica di un film muto mentre sei su un tandem a percorrere una strada di campagna.

Queen

L’ultima parte dell’album vide la luce grazie a nuovi metodi di registrazione sempre più esclusivi man mano che si avanzava “Bohemian Rhapsody”. Ad esempio, “The Prophet’s Song” è una canzone in stile Zeppelin, con l’idea originale di utilizzare le voci multi-tracking

 Anche “Love of My Life” fu registrata con la tecnica del multi-tracking incorporando più tracce vocali tutte cantate da Mercury, chitarra acustica e chitarra elettrica eseguite da May.

E quindi Il classico perpetuo dei Queen, “Bohemian Rhapsody”, che rimane il culmine dell’album.

Brano che può essere solo ascoltato perchè indescrivibile e leggendario.

Ancora Good Company, di cui consiglio a tutti l’ascolto per ammirare l’incredibile lavoro di innumerevoli tracce di chitarre sovraincise a creare una intera sezione fiati. 

A concludere l’album ci pensa Brian May con un tributo a Jimi Hendrix con “God Save the Queen”

A Night at the Opera è un album fantastico che dimostra la capacità dei Queen di oltrepassare tutti i confini creativi mescolando opera e ballate con heavy-metal, spaziando dalla scrittura di canzoni che vanno dalla passione e gli hobby di tutti i giorni a complicate storie mistiche e religiose.

Una vera e propria notte all’Opera con tanto di vestito da gran galà.

Pilastro per ogni amante della musica degli ultimi cinquant’anni.

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Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.