Vangelo e Meditazione dell’ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO B

Vangelo e Meditazione dell'ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO B
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Vangelo e Meditazione dell’ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO BSCENSIONE – ANNO B a cura di Don Giacomo Equestre.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.

Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

Meditazione

Romano Guardini dice che probabilmente l’ascensione di Gesù al Cielo manifesta il modo più autentico di Dio di stare, oggi, al mondo. Dio, infatti, c’è; ma non si lascia possedere mai.

Egli parte, affinché possa ritornare presente in ciascuno. Rimane, con la forza del suo Spirito che si prepara a diffondersi nei cuori degli apostoli … nei nostri cuori.

In Gesù di Nazareth, Dio ci ha mostrato il suo amore per le cose semplici, per l’umanità ordinaria, per le vicende della storia normale di ciascuno di noi. Ma nel Risorto, che ritorna alla destra del Padre, Dio ribadisce anche la Sua incontenibile libertà.

Gesù ascende al cielo per poter restare sulla terra non da solo, ma assieme al Padre nello Spirito.

Gesù desidera evitare di venire identificato come supereroe isolato, divinità statica e separato dalla relazione vitale con il Padre.

È al Padre che Gesù ci conduce, facendosi da parte perché ci sia aperto il sentiero su cui camminare verso di Lui.

Mistero inscindibile dalla Pasqua

L’ascensione, mistero inscindibile dalla Pasqua di morte e risurrezione, è icona della logica dell’amore.

L’amore è dono, offerta di sé, e quindi anche perdita, mai possesso. Dio, che con diritto poteva rivendicare proprietà su tutte le cose da Lui create, sceglie di restare fedele all’amore, cioè a sé stesso.

Gesù che ascende al cielo, indica all’uomo la via dell’amore e lo invita a percorrerla. Verso la meta, che è il Cielo stesso. Ma non lo priva della libertà.

Il mistero che si compie, dunque, è rivelazione dell’amore. Anche noi impariamo da Gesù ad amare.

Non si ama possedendo l’altro, pretendendo di stringerlo troppo vicino a sé stessi, obbligandolo a conformarsi alle attese e aspettative che nascono dal proprio bisogno di sentirsi riconosciuto.

Si ama piuttosto avendo il coraggio di partire. Rischiando la lontananza, sollecitando uno sguardo che vada oltre, condividendo la passione per una meta più grande.

Forse non tutti possono capire.

E anche gli apostoli avranno bisogno della potenza dello Spirito per decidere finalmente di aderire a questo meraviglioso invito d’amore. Ma quando questo accade, allora improvvisamente si accorciano le distanze.

All’uomo di fango, oggi, viene svelata non solo la straordinaria meta che l’attende domani e che la Vergine Maria ha conosciuto in pienezza fin dall’origine della propria esistenza.

Viene manifestata anche la verità del cammino paziente, a volte aspro e scosceso che ogni tanto persino impervio e ne caratterizza la vita di ogni giorno.

Gesù asceso al Cielo ci ha portato con sé. Ma è pure rimasto – pienamente Emmanuele, “Dio-con-noi” – colmando di divinità le ordinarie relazioni umane. Perché divino è solo l’amore.

Buona domenica dell’Ascensione a tutti voi.

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Foto: Ambito friulano sec. XVII, Ascensione di Cristo. Vedi scheda

Author: Don Giacomo Equestre