Il disco generazionale degli anni 60: MY GENERATION degli The Who

Il disco generazionale degli anni 60: MY GENERATION degli The Who
Durata della lettura: 4 Minuti

Nel 1965 The Who erano pronti.

Dopo aver reclutato il batterista Keith Moon cambiarono il nome della loro ex band da The Detours al nome che tutti oggi conosciamo come The Who, (dopo un breve periodo in cui scelsero come nome The High Numbers).

L’album MY GENERATION degli The Who

Nella primavera del 1965, registrarono questo album di debutto intitolato My Generation che fu pubblicato inzialmente solo nel Regno Unito.

L’album vide un certo numero di singoli in testa alla classifica, tra cui A Legal Matter e la popolare title track My Generation . 

My Generation-The Who

Il disco

Questo album presenta la classica formazione The Who di Roger Daltrey alla voce, Pete Townshend alla chitarra, John Entwistle al basso e Keith Moon dietro la batteria, che rimarranno insieme fino alla morte prematura di Moon nel 1978.

 Oltre alle due cover, Townshend è il maggior artefice della scrittura delle canzoni e scrive testi ispirati alla generazione emergente (da cui il titolo, forse) così come alcune belle canzoni d’amore. 

My Generation è l’album che mostra il loro esperimento pop rispetto ai dischi successivi; tra gli altri stili possiamo ascoltare il rhythm blues, e anche una primissima forma di punk rock o “proto punk”. Molti gruppi punk britannici successivi avrebbero spesso collocato The Who come loro grandi ispiratori.

 Una delle prime band ‘punk rock’ non solo per la loro musica, ma principalmente per il loro atteggiamento di ribellione (che per lo più non era nel mainstream all’epoca) mostrato nei loro testi e anche nei loro famosi spettacoli dal vivo. 

The Who

Il disco presenta due cover di James Brown mostrando chiaramente le loro influenze R&BI Don’t Mind and Please, Please, Please

La La La Lies mostra il lato pop del disco. La canzone è una melodia pop rock molto orecchiabile e suadente, caratterizzata dall’uso efficace del piano e dei cori. La voce di Roger risalta questa canzone soprattutto nel ritornello. 

The Good’s Gone viaggia sulla stessa linea di La La La Lies .  Much Too Much è una canzone pop rock i cui testi parlano d’amore, un pezzo memorabile nonostante duri poco più di due minuti e mezzo. 

L’apertura dell’album con Out In The Street ovvero una nota rock, che suggerisce ancora l’R & B presenta una solida performance dell’intera band, principalmente la batteria di Moon, che aveva diciotto anni al momento della registrazione. 

Mentre si può assaporare un assaggio del talento nella batteria di Moon per tutto il disco, la traccia numero dieci mostra davvero quanto sia bravo in realtà. 

La strumentale The Ox(che era l’ultima canzone nella versione britannica) è costruita attorno a una serie di assoli di batteria veloci di Keith su alcune tastiere leggere che sono suonate da Nicky Hopkins e un po ‘di “chitarra rock stellare” dei riff di Pete Townshend. 

Ma l’eccezione principale qui è la batteria, poiché Moon offre una performance straordinaria, rendendolo un punto culminante dell’album. Ci sono però due canzoni, che rendono questo album epico oltre la leggenda; gemme come l’inno My Generation e The Kids Are Alright

La title track, collocata proprio nel mezzo dell’album, è una delle canzoni più famose della band. La canzone è un inno sia strumentalmente che liricamente. 

I testi sono ciò che li ha resi noti come una band “mod rock”, le cui parole toccano argomenti come la ribellione.  Senza dimenticare gli assoli di basso elettrico di John Entwistle.


L’altro grande standout qui è The Kids Are Alright .

Non è “pesante” liricamente parlando, come My Generation, ma qui ascoltiamo un’atmosfera molto più pop. La voce calma di Roger sui rapidi riff di chitarra di Pete e l’eccezionale batteria di Moon si completano a vicenda in modo sublime.

A Legal Matter è un altro brano tra quelli preferiti dai fan.

Sicuramente un grande disco. Consigliato a tutti gli amanti del Rock Classico.

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Author: Stefano De Crescenzo

Napoletano classe 86 , musicista, dopo una laurea a pieni voti in economia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II svolge il praticantato come dottore commercialista a Napoli proseguendo il suo percorso lavorativo in Emilia Romagna per svolgere la professione di consulente finanziario presso una grande azienda pubblica. Dopo quasi cinque anni (2014-19) ed una gavetta piena di storie ed umanità, dal 2019 ed attualmente lavora a Roma come Fiscalista presso la stessa azienda e consegue un master universitario di secondo livello. Appassionato di storia ,scienza, arte e cultura ma soprattutto di musica, si cimenta da sempre, nello studio professionale della chitarra con esibizioni dal vivo e registrazioni per artisti della scena musicale Napoletana ed Emiliana, partecipando a diversi concorsi e festival nazionali. Ufficiale Volontario del Corpo militare della Croce Rossa italiana, Socio Siedas, scopre da qualche tempo la bellezza della scrittura collaborando per testate e magazine online . Dal Luglio 2021 è Giornalista Pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania.