Il Carciofo è un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea, accompagna da tempo immemorabile la cultura gastronomica e rurale delle popolazioni del mezzogiorno d’Italia e della Campania, in special modo nel salernitano.
Cenni storici
Le radici della sua coltivazione risalgono al tempo dei Borboni che già registravano nei loro registri statistici la presenza di carciofi nell’attuale piana di Eboli e Capaccio.
Le prime coltivazioni specializzate di carciofo sono state realizzate da agricoltori del Napoletano che lo impiantarono proprio nelle zone adiacenti ai famosi Templi di Paestum.
Nel 1929-30 si ebbe la diffusione del carciofo nella valle del Sele, subito dopo le vaste opere di bonifica e di profonda trasformazione agraria apportate dalla riforma fondiaria.
La descrizione più approfondita della diffusione e dell’importanza della coltivazione del Carciofo di Paestum è stata fatta dal Bruni, nel 1960.
Fa riferimento al carciofo di Castellammare come ecotipo coltivato nella Piana del Sele, varietà già citata da altri autori come appartenente al tipo Romanesco.
Anche Pablo Neruda lo descrisse in una sua ode:
“Un vegetale armato vestito da guerriero, ma tenero di cuore e di polpa pacifica”.
Descrizione del Carciofo di Paestum
Il “Carciofo di Paestum”, noto anche come “tondo di Paestum” si distingue rispetto ad altre produzioni per le sue qualità di eccellenza e per le caratteristiche tipiche (la pezzatura grossa, la forma sub-sferica ed il sapore gradevole).
Opera di un’accurata tecnica di coltivazione messa a punto negli anni dagli agricoltori della Piana del Sele, che hanno saputo sfruttare l’eccezionale ambiente.
La Piana del Sele, dopo una una vasta opera di bonifica nel 1920, rappresenta infatti la più vasta area pianeggiante della provincia di Salerno, che ha dato origine alla creazione di terreni freschi, profondi e soprattutto fertili.
Un territorio in cui il “Carciofo di Paestum” ha la sua maggiore potenzialità produttiva, tanto da diventare il simbolo dell’agricoltura locale.
Le principali caratteristiche qualitative e peculiari sono l’aspetto rotondeggiante, la loro elevata compattezza e l’assenza di spine nelle brattee.
E’ caratteristica la precocità di maturazione dovuta all’ambiente di coltivazione, che consente al “Carciofo di Paestum” di essere presente sul mercato prima di ogni altro carciofo di tipo Romanesco.
In Cucina
A favorire il consumo di questo ortaggio è il suo impiego in varie ricette tipiche ed è presente sulle tavole pasquali come pizze e pasticci, nonché nella versione del semplice “carciofo arrostito”.
Un sapore intenso che cambia molto dalla versione cruda a quella cotta, offrendo una moltitudine di combinazioni e sapori che variano in base agli abbinamenti ed ai metodi di cottura.
Cucinato con la pasta, nei secondi piatti o nei contorni ma può essere gustato come amaro, crema spalmabile e conservato sott’olio e sotto aceto il carciofo di Paestum .
Carciofo e salute
Numerosissimi i suoi pregi, tra cui le virtù terapeutiche e salutari dovute al contenuto salino e vitaminico, che rendono il Carciofo di Paestum un eccezionale disintossicante.
Area di produzione
E’ concentrata nella Piana del Sele, in provincia di Salerno.
I comuni sono: Agropoli, Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Campagna, Capaccio, Cicerale, Eboli, Giungano, Montecorvino Pugliano, Ogliastro Cilento, Pontecagnano Faiano, Serre.
Registrazione e tutela del marchio Carciofo di Paestum igp
L’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Carciofo di Paestum” è stata riconosciuta con apposito regolamento della Comunità Europea nel 2004.
Il riconoscimento nazionale invece avvenuto con il Decreto Ministeriale del 23 aprile 2004, unitamente all’allegato Disciplinare di produzione.