Al Parco Archeologico di Posillipo si accede attraverso l’imponente Grotta di Seiano.
Partendo dal capo di Posillipo, scendendo per Via Coroglio, sulla sinistra si trova la cosiddetta Grotta di Seiano.
In realtà, viene erroneamente chiamata di Seiano perché per una congettura, l’umanista Giovanni Pontano formulò che la galleria fosse stata fatta costruire da Seiano, il celebre Ministro di Tiberio.
Successivamente si è scoperto che la costruzione è antecedente a tale periodo.
La grotta è una galleria artificiale che attraversa tutta la Collina di Posillipo, congiungendo per l’appunto la discesa di Coroglio all’area della Gaiola.
Le dimensioni dell’imponente Grotta di Seiano
Il traforo ha una lunghezza di circa 770 metri con un altezza ed una larghezza variabile.
Si va dai due, ai sei metri di larghezza, ed in altezza può arrivare anche a 5 metri.
Sul lato sud della galleria, ci sono tre cunicoli con affaccio sul mare fatti per fornire luce ed aereazione.
Si pensa che il progetto di costruire un tunnel, sia solamente successivo all’iniziale utilizzo come cava nella collina per estrarre materiale edilizio.
Lo scavo nella roccia fu molto complesso, in quanto il primo tratto era composto da un tufo di media compattezza.
Poi successivamente verso il centro della collina si trovò un terreno di tipo pozzolanico, più duro e compatto.
Molto probabilmente lo scavo della galleria avvenne, iniziando contemporaneamente dai due fronti, dal lato di Coroglio e dal lato della Villa di Pollione verso la Gaiola.
Lo scopo principale della realizzazione della galleria fu quello di dotare, di un comodo accesso, la residenza imperiale posta nel vallo della Gaiola per poi diventare di accesso pubblico per volontà di un console campano, nel IV° sec. d.C.
La scoperta e i lavori di ripristino
Per molti secoli si persero le tracce della galleria che fu ritrovata solamente nel 1826, durante la costruzione delle rampe di Coroglio e successivamente nel 1840, fu il re Ferdinando II° di Borbone a volerne riattivare l’antico passaggio.
Infatti furono avviate poderose opere di sostegno delle antiche murature, realizzando dei grandi sotto archi in muratura di tufo.
I lavori di ripristino furono completati solamente nel 1841 e da allora la grotta fu inserita nell’ itinerario turistico denominato “Grand Tour“.
Durante la seconda guerra mondiale, la galleria fu adibita a rifugio per gli abitanti della zona di Bagnoli.
Di tale utilizzo all’ interno del traforo, restano molte testimonianza come per esempio delle scritte sui muri, dei sedili in tufo e delle latrine costruite del tipo alla turca.
Dopo questo triste utilizzo, la Grotta è caduta in un altro periodo di oblio che durò più di trent’anni per via di alcune frane che ne impedivano l’accesso a partire dagli anni ’50. Oggi è nuovamente vistabile, ad opera di volontari che la gestiscono organizzati in associazione ambientalista.
Guarda le foto su FLICKR – Account: Marino Landolfo