La musica che ci ricorda Maradona, tutte composizioni che ora fanno parte della storia del Pibe de Oro.
Panem et circeneses.
Questa era la locuzione che “gli antichi Romani usavano per sintetizzare le aspirazioni della plebe o, in epoca contemporanea, in riferimento a strategie politiche demagogiche” (semplicemente fonte Wikipedia).
Ma questo non vuole essere un articolo che dibatte su considerazioni politiche o sportive, semplicemente racconta come il più grande calciatore di tutti i tempi, il più grande artista del calcio, ha letteralmente colpito e fatto breccia nei cuori di coloro che giocano con i suoni e con le parole: i cantautori e i musicisti che hanno scritto di Maradona.
Tanti sono stati rapiti dallo spettacolo calcistico del Pibe de Oro e quindi impossibile ripercorrerli tutti.
Da Napoletano e amante della città con tutte le sue contraddizioni, il primo omaggio che vorrei ricordare è quello di Pino Daniele, tifoso del Napoli e icona di un’intera generazione che ha contemplato le imprese sportive del campione allo stadio San Paolo.
Il brano in questione è il Tango della Buena suerte dall’album “Passi d’autore” del 2004, pieno di Jazz e blues ma anche di suoni mediterranei.
E nel mediterraneo si possono ascoltare al sole e con il sapore del sud le parole:
Lui è un mago con il pallone Io l’ho visto alzarsi da terra e tirare in porta, Soffia il vento d’Argentina davanti agli occhi spalancati e pieni di grande speranza.
Un complesso italiano che ha dedicato un brano al pibe de oro sono Gli Stadio.
Con un quasi anagramma scrissero nel 2000 la canzone DOMA IL MARE, IL MARE DOMA, un rock scritto da Curreri, Roversi e Fornilli sul destino ostinato e contrario di Diego.
Il cantautore genovese Baccini invece con twist anni 60 e la giusta ironia, inquadra tutto il senso di questa storia in una frase:
Napoli (bella Napoli…) Lontana mille e piu kilometri Si aspetta sempre dei miracoli Piccoli ?E S. Gennaro ha scelto proprio a te?
ascoltiamo qualche strofa successiva, una tipica esclamazione Napoletana “azz”, come a ribadire una finezza critica d’altri tempi.
Aristista scelto da Emir Kusturica per la sua monografia su Maradona fu Manu Chao con , “La Vida Tombola, parte dell’album “La Radiolina”.
L’urna della tombola raffigura la vita di Diego Armando Maradona, quell’ urna che in napoletano si chiama “panariello”. Panariello agitato prima di estrarre i numeri :
La vida es una tómbola, de noche y de día la vida es una tómbola y arriba y arriba si yo fuera Maradona viviría como él porque el mundo es una bola que se vive a flor de piel
Ancora nel 2019 i The giornalisti cantano “Noi crediamo in Robert De Niro, nella Tigre di Mompracem, nella storia che sanno tutti, Maradona è megl’e Pelé, è megl’ ‘e Pelé”.
Maradona è meglio e Pelè a Napoli era già un Inno nel 1987.
E infine Edorado Bennato che pubblicando un album nel 1992, con lo pseudonimo Joe Sarnataro, suo alter ego Bluesman rientrato a Napoli dagli Stati Uniti, aveva già capito tutto.
L’album in questione è “Asciuto pazzo o Padrone”. Nell’omonimo brano Joe con un tocco di Napoletano Doc cantava :
e se ne ghiuto e, accussì mo’ pe vede’ ‘nato comm’è isso avite voglia e sperì, ovvero : è andato via, ora per vederne uno simile avete voglia di attendere”.
Purtroppo però credo che parafrasando Eric-Emmanuel Schmitt :
La rarità crea il miracolo, la ripetizione lo annulla.