Si è conclusa da pochi giorni il Ravenna Nightmare Film Festival, tra i più importanti appuntamenti per gli amanti del cinema gotico e horror in Italia. Tra i contenuti speciali di quest’anno, abbiamo avuto l’opportunità di vedere una lectio magistralis sul perturbante in David Lynch.
L’edizione 2020, tenutasi dal 31 ottobre al 8 novembre, si è svolta interamente online, grazie alla collaborazione con la piattaforma MyMovies, dove era possibile visionare i corti e i lungometraggi in concorso.
Ravenna Nightmare Film Festival e David Lynch: un lungo sodalizio
Oltre ai film in concorso, per gli accreditati al RNFF erano disponibili anche contenuti speciali, come il workshop su David Lynch e il perturbante nel suo cinema.
Il Maestro del cinema è stato ospite del festival nel 2017, in occasione di un incontro con gli studenti.
Ma il RNFF ha omaggiato David Lynch anche con il workshop, realizzato da LonkTake.it, media partner del festival: ‘Il perturbante nel cinema di David Lynch’, una lectio magistralis tenuta da Andrea Chimento, Direttore di LongTake, critico cinematografico de IlSole24Ore.com e docente universitario.
Il perturbante: da Freud e Sandman a David Lynch
Ma che cos’è il perturbante? In tedesco la parola utilizzata è Unheimliche, che tradotto significa ‘non familiare’. Sigmund Freud lo riferiva a una sensazione di paura, generata quando una persona o un oggetto per noi familiari, improvvisamente non lo sono più.
L’intuizione nacque dopo la lettura del racconto di Eta Hoffman ‘L’uomo della sabbia’. Sandman è una creatura misteriosa che di notte si reca nelle case dei bambini e lascia cadere sui loro occhi una polvere magica per farli sognare, ma in realtà vuole cavare loro gli occhi. Nel racconto elementi come i bambini, la casa, l’ora della nanna, tipicamente familiari e innocui, diventano fonte del perturbante con la presenza di Sandman.
Blue Velvet e il perturbante
Il primo film a essere analizzato è Blue Velvet (1986), in cui l’elemento del perturbante è presente fin dalle prime scene.
Come potrebbe l’immagine di una tranquilla e accogliente cittadina americana, Lumbeton, nascondere qualcosa di oscuro?
Eppure oltre ai colori accesi, ai fiori e ai bambini che giocano, nei prati di questo sobborgo si annidano insetti brulicanti e orecchie umane. Bastano poche inquadrature per cambiare la situazione e sconvolgere lo spettatore: movimenti al rallentatore e una sonoro diverso, ricco di rumori contrastanti, che si sostituisce alla canzone di Bobby Vinton ‘Blue Velvet’.
Nel corso del film ascolteremo In Dreams di Roy Orbison, in cui compaiono le parole “un clown color caramella che chiamano l’uomo della sabbia“, con un chiaro riferimento a Sandman.
Twin Peaks: il tema del doppio
Dopo ‘Blue Velvet’ è il turno di Twin Peaks, serie tv degli ani ’90, che ha cambiato la scena televisiva. ‘Chi ha ucciso Laura Palmer?’ era diventato un tormentone e per molto tempo l’omicidio della bella adolescente della cittadina di Twin Peaks ha sconvolto e ammaliato gli spettatori.
Chimento analizza anche qui l’incipit della serie, dove sono presenti richiami al tema del doppio (il primo volto che vediamo è il riflesso di Josie Chen in uno specchio), fondamentale nel futuro della trama. E nella tranquillità di Twin Peaks la scoperta del cadavere di Laura Palmer avvolto nella plastica porta nella città il perturbante.
In Italia la serie è giunta con il titolo ‘I segreti di Twin Peaks’ a sottolineare la presenza in ogni famiglia di oscuri segreti e di lotte per amore, gelosie e denaro. In questa oscurità si annida anche l’omicida di Laura Palmer, identificato con una sorta di archetipo del male, a cui Laura, emblema della luce, si contrappone. E questo assassino colpirà ancora e a pagarne le conseguenze è Maddy, la cugina di Laura, trasferitasi a Twin Peaks e interpretata dalla stessa attrice di Laura Palmer. Ritorna il tema del doppio, tanto più che Maddy è il diminutivo di Madelein, come l’omonima protagonista di Vertigo, il film di Hitchcock in cui il tema del doppio è fondamentale.
Anche Maddy subisce una sorte tragica, per di più nella familiarità e sicurezza del salotto di casa degli zii. La casa, allora, non più nido rassicurante, ma luogo del perturbante e del pericolo.
Strade perdute: il perturbante di David Lynch nella tranquillità domestica
Allo stesso modo non è sicura la casa dei coniugi Fred e Renée, protagonisti del noir Strade perdute del 1997. La loro vita viene sconvolta quando si rendono conto di essere spiati dall’interno della loro casa.
Andrea Chimento mostra che il perturbante si può celare anche all’interno delle mura domestiche, di giorno accoglienti e rassicuranti, ma di notte capaci di somigliare sempre di più a buchi neri oscuri, pronti a inghiottirti.
Nel film una figura estremamente controversa è poi quella dell’Uomo del Mistero, che Fred incontra a una festa e con cui ha una conversazione paradossale: l’uomo sostiene infatti di essere contemporaneamente sia lì alla festa, sia in casa di Fred e lo invita a chiamare il telefono dell’abitazione per una conferma. Quando a rispondere all’altro capo del film è la voce dell’Uomo del Mistero, Fred intuisce che lui possa essere qualcuno di molto pericoloso. La scena è resa ancora più angosciante se si ascolta il sonoro: prima che l’Uomo del Mistero si avvicini a Fred, nella casa si sente la musica delle festa, ma appena i due iniziano a parlare, il suono della musica si affievolisce e diventa ovattato, come se qualcuno avesse abbassato il volume e i due personaggi dialogassero dentro una bolla.
Mulholland Drive: chiamare se stessi
Se chiamare qualcuno presente in due posti contemporaneamente può sembrarvi disturbante, non sarebbe strano chiamare se stessi?
Questo è ciò che si chiede Rita (Laura Harring) dialogando con Betty (Naomi Watts) e in procinto di chiamare un numero di telefono che potrebbe rivelare qualcosa sulla sua identità, dal momento che Rita ha perso la memoria in un incidente e si è scelta questo nome guardando un poster di Rita Heyworth appeso nel bagno della zia di Betty. Anche in Mulholand Drive ritorna in questo modo il tema del doppio e il perturbante striscia nelle vite di queste due donne, coinvolgendole in un vortice pericoloso di passione e morte.
Inland Empire: il male in un riflesso
La carrellata di film di David Lynch in cui il perturbante gioca un ruolo importante termina con l’ultimo lungometraggio del regista: Inland Empire.
La scena presa in esame è il dialogo tra Nikki Grace (Laura Dern) e la sua vicina, interpretata da Grace Zabriskie (Sarah Palmer, madre di Laura in Twin Peaks) nella grande casa di Nikki. I primi piani sui volti delle due attrici, che qui appaiono quasi deformati e il racconto inquietante e privo di senso dell’anziana vicina, rendono la scena particolarmente disturbante.
Tutto il film si basa sul tema del doppio, sull’incapacità di distinguere i sogni dalla realtà, al punto che Nikki, che ha ottenuto il ruolo da protagonista in un remake polacco (ancora: il remake è il doppio di un film) non riesce più a distinguere ciò che è reale e ciò che è finzione.
Come in Mulholland Drive, anche in Inland Empire David Lynch inserisce una forte critica al mondo di Hollywood, alla sua apparenza patinata, ma che in realtà nasconde del marcio sotto la superfice dorata.
La lectio magistralis sul perturbante in David Lynch di Andrea Chimento per il RNFF termina qui, lasciandoci spunti interessanti e una gran voglia di recuperare tutta la filmografia di Lynch, (ri)guardandola con occhi nuovi.