Cancro: proteine ​​“spia” potrebbero segnalarlo sette anni prima della diagnosi

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Due studi condotti dall’Oxford Population Health hanno individuato oltre cento proteine coinvolte nelle primissime fasi del cancro, che potrebbero aiutare a scoprire la malattia con sette anni d’anticipo rispetto alla diagnosi. I ricercatori si sono avvalsi della proteomica, una tecnica che consente di analizzare contemporaneamente le diverse proteine ​​di un tessuto. I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications.

In Europa, i tumori costituiscono la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Solo nel 2020 erano circa tre milioni gli europei affetti da cancro che, quasi la metà (1,27 milioni), si è tradotta in morte certa. In Italia la situazione non è migliore che, non a caso, spicca tra i Paesi con la maggior prevalenza di tumori maligni. Quasi 2 milioni e mezzo di italiani vivono con una diagnosi di tumore, pari al 4% della popolazione, costituiti da anziani e per oltre la metà da donne. La diagnosi più frequente è, infatti, il tumore della mammella. Tra gli uomini, invece, il tumore della prostata.

Come si sono svolti gli studi sulle proteine marker del cancro?

Nel primo studio i ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di oltre 44.000 persone dalla UK Biobank e hanno identificato 1.463 proteine in ciascun campione, individuandone 182 legate al rischio di cancro fino a 3 anni prima della diagnosi. Nel secondo studio, invece, il team ha esaminato i dati genetici di oltre 300.000 casi di cancro e trovato 40 proteine associate al rischio di 9 diversi tipi di tumore. Dati non da poco che fanno ben sperare alla ricerca, ma soprattutto ai ricercatori. Più conosciamo il nostro nemico e più armi avremo a disposizione per combatterlo.

    Conclusioni

    I geni e le proteine hanno un ruolo chiave nello sviluppo del cancro. Le tecnologie attuali ci consentono di per analizzare migliaia di proteine, aiutandoci a comprendere le cause dei tumori e sviluppare strategie preventive. Tuttavia, resta ancora molto da fare come, ad esempio, comprendere meglio il ruolo di queste proteine o creare farmaci mirati che minimizzino gli effetti collaterali indesiderati.

    Author: Alessandra Romano

    Alessandra Romano nasce a Napoli nel 1999. Laureata magistrale in Comunicazione Scientifica Biomedica e con un master in Giornalismo scientifico presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Scrive articoli per riviste e blog scientifici.