Preoccupazione, tristezza e rabbia caratterizzano i giovani affetti da “ecoansia”. Uno studio condotto da Serena Barello dell’Università di Pavia ha coinvolto 1000 bambini tra i 5 e gli 11 anni, rilevando che il 95% è preoccupato per la salute del pianeta e che 4 su 10 ha avuto incubi relativi al cambiamento climatico o all’ambiente in pericolo, pregiudicandone sonno e appetito. Uno stato d’animo che prova non solo chi ha vissuto un’esperienza traumatica, ma anche chi è esposto a una comunicazione e informazione inadeguate che influenzano la percezione del problema (situazione tipica in Occidente).
Ci sono però anche buone notizie: il 78% dei giovani si sente molto connesso all’ambiente e quasi tutti (il 97,2%) sono convinti di poter fare la differenza cambiando le proprie abitudini.
Ecoansia e peggioramento della salute mentale
Persone reduci da un evento meteorologico avverso o da perdite di varia natura ad esso correlate (affetti, casa, scuola, lavoro) possono sviluppare, oltre allo stress acuto, un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress. Se prolungato nel tempo, lo stress può predisporre all’insorgenza – o al peggioramento per chi ne è già affetto – di malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative che, in combinazione con disturbi come schizofrenia e ansia, costituiscono il connubio perfetto per la comparsa dell’aterosclerosi. Secondo gli esperti eventi climatici traumatizzanti possono alterare anche il comportamento con un aumento, nel caso delle ondate di calore, dell’aggressività a scapito delle capacità di problem solving e di autoregolazione.
Le emozioni legate al pianeta e al suo benessere
Secondo Matteo Innocenti, psichiatra e psicoterapeuta che da anni si occupa degli impatti psicologici del riscaldamento globale sulla salute mentale, esistono diverse emozioni legate al “pianeta e al suo benessere”:
- Ecoansia: la sensazione che possa accadere qualcosa di terribile da un momento all’altro senza avere alcun potere di controllo relativo, in questo caso, alla salute del pianeta.
- Solastalgia: nostalgia dello stato “originario” del proprio ambiente naturale che si percepisce sempre più minacciato.
- Preoccupazione: continuo rimuginare sui pericoli imminenti e futuri degli eventi meteorologici nell’intento di trovare una soluzione, ma che spesso si traduce in una forma di paralisi legata alla percezione della propria inadeguatezza che può evolvere in un’ansia generalizzata.
- «Terrafurie»: rabbia estrema in risposta ai disastri e ai cambiamenti ambientali rivolta a quelle istituzioni politiche ed economiche cieche o avverse alle riforme ambientali.
- Ecoparalisi.