Durante la conferenza “Italian Food Design” tenutasi oggi a Roma, esperti del settore hanno esplorato come il design sia un elemento essenziale nella cultura e nella produzione del cibo italiano. Il Food Design è molto più di una semplice presentazione estetica: unisce forma, struttura, nutrienti, sostenibilità e innovazione.
Italian Food Design tra Tradizione e Innovazione
Quando si parla di Food Design si fa riferimento al connubio tra estetica, nutrizione, funzionalità, componente tecnologica, tradizione e senso di comunità. Un concetto che affonda le radici nel passato, se solo pensiamo a prodotti come la pasta e la pizza che rappresentano da sempre un “design democratico”, presente nelle case e nelle industrie, che riflette la varietà della cultura italiana. Anche l’evoluzione tecnologica, come nel caso dei formati di pasta, rappresenta un aspetto fondamentale di questo design. Inoltre, varia da paese a paese e perfino all’interno di un Paese da una regione all’altra o da una città all’altra della stessa regione. In Italia, ad esempio, l’arancino o arancina si definisce a seconda di dove ci si trova nella regione siciliana.
Barilla e Ferrero: Tradizione e Modernità
Leader dell’Italian Food Design all’italiana sono Barilla e Ferrero, che combinano innovazione e tradizione. Il Gruppo Barilla, ad esempio, sviluppa prodotti tramite il design thinking, che pone in primo piano gli utenti. Grazie a questo approccio l’azienda migliora costantemente l’esperienza dei consumatori ascoltando i loro bisogni, i loro desideri e le loro aspettative. Oggi Barilla è presente (non solo con la pasta) in 16 Paesi del mondo. Discorso analogo vale per Ferrero, che lavora in ben 170 Paesi e conta oltre 60.000 dipendenti. Ferrero punta su prodotti iconici dal punto di vista comunicativo, produttivo e tecnologico, fondendo qualità e autenticità.
Il ruolo della ricerca nell’Italian Food Design
In questa cornice il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), con la sua piattaforma di ricerca, si impegna nel miglioramento delle qualità nutrizionali e sensoriali degli alimenti. L’obiettivo consiste nello scalfire la retorica secondo cui il cibo è solo veicolo di macro e micronutrienti e composti bioattivi. Il cibo anche un codice comunicativo, un sistema di pensiero su cui si fondano pratiche sociali ed esperienze emozionali che possono contribuire a un rilancio delle produzioni italiane. Il CREA si pone come promotore di un nuovo approccio alla Dieta Mediterranea attraverso una serie di laboratori per testare e progettare le qualità nutrizionali, le proprietà sensoriali e il profilo aromatico degli alimenti.
Conclusioni
Dalle colture di grani antichi fino alle coltivazioni spaziali, l’agroalimentare è il settore fulcro della sperimentazione. Metodi avanzati ormai sempre più diffusi come l’idroponica ci permettono, ad esempio, di coltivare piante in ambienti sterili, rendendo possibile la produzione anche in contesti estremi come lo spazio. Il Food Design italiano, con la sua attenzione a tradizione, sostenibilità e innovazione, rappresenta una risposta alle sfide globali e un’icona del Made in Italy.