La storia del diritto internazionale è strettamente intrecciata con i conflitti e le guerre. In passato, le guerre erano spesso considerate un mezzo legittimo per risolvere le dispute.
Un tempo, prima dell’istituzione della Carta delle Nazioni Unite, gli Stati potevano ricorrere liberamente alla forza armata nelle relazioni internazionali.
In passato, la guerra era considerata uno strumento legittimo per risolvere controversie, soprattutto politiche, e gli Stati godevano di un illimitato “ius ad bellum”, il diritto di dichiarare guerra anche per tutelare semplici interessi.
Accanto alla guerra, esistevano anche procedimenti di autotutela che implicavano l’uso della forza, ma non comportavano la sospensione del diritto internazionale di pace. La crescente consapevolezza delle devastazioni causate dalla guerra e il desiderio di costruire un ordine internazionale più stabile e pacifico portarono a un graduale cambiamento di prospettiva.
Tra le prime manifestazioni della tendenza a limitare il ricorso alla forza armata, troviamo le Convenzioni dell’Aja del 1899 e 1907. Il Patto della Società delle Nazioni del 1919 rappresentò un primo passo verso la limitazione del ricorso alla forza, introducendo una moratoria e alcuni divieti. Tuttavia, non escludeva totalmente la guerra e non vietava intrinsecamente l’uso della forza.
Il Tribunale di Norimberga, istituito dopo la Seconda guerra mondiale, definì la guerra di aggressione un crimine internazionale, ponendo le basi per ulteriori sviluppi nel diritto internazionale.
Il divieto dell’uso della forza e la sfida delle crisi umanitarie
Ad oggi, il principio del divieto dell’uso della forza, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite del 1945, rappresenta un pilastro fondamentale del diritto internazionale. L’articolo 2.4 della Carta vieta l’uso della forza da parte degli Stati, mentre l’articolo 2.3 li obbliga a risolvere pacificamente le controversie.
L’evoluzione storica del diritto internazionale ha portato, come accennato, a un progressivo abbandono della libertà di ricorrere alla forza armata a favore di un sistema basato sulla soluzione pacifica delle controversie e sul divieto dell’uso della forza come strumento di politica internazionale.
Da tutto ciò, si può ampiamente affermare che il principio del divieto dell’uso della forza, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, rappresenta un caposaldo del diritto internazionale moderno. La storia, infatti, ci ha insegnato a caro prezzo che la guerra non è mai la soluzione, ma solo distruzione e sofferenza.
Un’evoluzione che ha gradualmente limitato la libertà degli Stati di ricorrere alla forza armata, promuovendo invece la risoluzione pacifica delle controversie.
Purtroppo, però, la realtà delle relazioni internazionali è complessa e spesso contraddittoria. Il conflitto tra Russia e Ucraina è un esempio di come questo principio venga violato, mettendo a dura prova la capacità della comunità internazionale di garantire la pace e la sicurezza.
Responsabilità di Proteggere R2P
Spunto interessante di riflessione sulle nuove sfide evolutive del diritto internazionale, è l’evoluzione del principio della Responsabilità di Proteggere (R2P). La R2P, è un concetto fondamentale nel diritto internazionale contemporaneo, emerso in risposta alle tragedie umanitarie che hanno segnato la Comunità Internazionale nel secolo scorso.
Si basa sull’idea che la sovranità degli Stati non sia assoluta, ma implichi una responsabilità primaria di proteggere la propria popolazione da crimini atroci come genocidio, crimini di guerra, pulizia etnica e crimini contro l’umanità. Principio in evoluzione, che affronta sfide complesse e dibattiti sulla sua applicazione, la R2P è uno strumento cruciale per prevenire e rispondere alle crisi umanitarie, salvaguardando la dignità e la vita delle persone.
In un mondo ancora segnato da conflitti e violazioni dei diritti umani, la speranza è che il divieto dell’uso della forza e il principio della Responsabilità di Proteggere possano guidarci verso un futuro in cui la pace, la dignità umana e la giustizia internazionale possano essere finalmente realtà.
Come cantava John Lennon
All we are saying is give peace a chance
Questa semplice frase racchiude un messaggio universale di speranza e di impegno per un futuro senza guerre.
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