L’antibiotico-resistenza nasce dall’uso eccessivo di antibiotici, che ha portato a una riduzione dell’efficacia di questi farmaci, poiché i batteri si sono adattati diventando resistenti. L’Italia, purtroppo, è in cima alla classifica europea. L’ultimo rapporto del 2021 dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa conferma l’uso eccessivo di antibiotici di seconda scelta, che dovrebbero essere impiegati solo in casi specifici, con il 52% di consumi a livello territoriale e il 55% in ambito ospedaliero.
Ogni anno in Italia si verificano 200.000 infezioni legate a questo fenomeno, con 10.000 decessi, rappresentando circa un terzo delle morti europee per questa causa. Nel 2022, anche al Nord, noto per un consumo più contenuto rispetto al Sud, si sono registrati livelli sorprendentemente alti. Questo dato ha risentito sicuramente dell’influenza di prescrizioni eccessive durante la pandemia.
Uno dei problemi principali è l’uso irrazionale di antibiotici da parte dei pazienti, spesso senza consultare un medico. Durante la pandemia da Covid-19 si è osservato un aumento delle prescrizioni improprie. Molte persone pensavano che questi medicinali potessero curare il virus, ma come si può curare un virus con un farmaco che agisce contro i batteri?
La situazione non è migliore a livello globale. Il sistema di sorveglianza dell’antibiotico-resistenza dell’OMS ha riportato livelli preoccupanti di resistenza in vari paesi. In questa cornice la sperimentazione di nuove molecole, e quindi la formulazione di nuovi vaccini, diventano una strategia chiave per ridurre la dipendenza dagli antibiotici. Nel 2017 l’Italia ha adottato il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR). Si tratta di un piano nazionale della durata di 3 anni che promuove l’uso appropriato degli antibiotici e mira a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di combattere l’antibiotico-resistenza. Il PNCAR è stato poi prorogato per il 2021 e dal 2022 è entrato in vigore il nuovo PNCAR. Questo piano sottolinea anche la necessità di investire in programmi di stewardship antibiotica, coinvolgendo l’educazione sanitaria dei cittadini e la formazione del personale sanitario.
In sintesi, l’Italia sta affrontando sfide significative legate all’antibiotico-resistenza e sta cercando di implementare misure preventive e informative per mitigare questo problema critico nella salute pubblica. Un primo passo fondamentale è sicuramente la promozione di una maggiore consapevolezza, l’educazione sanitaria e l’adozione di pratiche di prescrizione più razionali sono fondamentali per contrastare questa minaccia crescente.